Come ogni autunno, in tutti gli stati europei è tempo di iniziare parlare di legge di bilancio o di Manovra economica per l’anno successivo.
In Italia si tratta, secondo la bozza del decreto-legge presentato da poco alle Camere, di una Manovra dal valore di 24 miliardi di euro, dove una delle novità principali e che ha suscitato maggior scalpore e commenti è il passaggio, per quanto riguarda il sistema pensionistico, da Quota 103 a Quota 104. Ma cosa cambia esattamente?
Per prima cosa, la più intuitiva nel passaggio di sistema, avremo l’aumento di un anno dell’età anagrafica minima richiesta dai 62 ai 63 anni, mentre i 41 anni di contributi richiesti resteranno invariati. E le pensioni già esistenti saranno aumentate dello 0,8% per adeguarle all’inflazione.
Dovrebbe però rimanere invariata, a prescindere dall’età, la possibilità di uscire dal lavoro con 42 anni e 10 mesi di contributi per gli uomini e 41 anni e 10 mesi per le donne oltre a 3 mesi di finestra mobile, cioè il tempo fra la maturazione dei requisiti per la pensione e la prima pensione effettivamente ricevuta.
Sarà inoltre confermato il bonus che premia chi rimane al lavoro pur avendo già maturato i requisiti per andare in pensione, proposto per evitare uscite di massa dal mondo del lavoro. Ciò è possibile facendo apposita domanda all’Inps, che deve dare il benestare entro 30 giorni, rinunciando all’accredito dei contributi e ottenendo l’importo come aumento in busta paga.
Allo stesso tempo dovrebbe essere prevista una restrizione sulle pensioni anticipate in generale e sull’opzione donna, che passerà da 60 a 63 anni di età. Mentre per le madri di due o più figli di età inferiore ai 10 anni i loro contributi previdenziali sarebbero interamente pagati dallo Stato, alleggerendo il loro cuneo fiscale in maniera ingente.
Rimarrà presente la possibilità di usufruire della RITA (Rendita Integrativa Temporanea Anticipata), cioè a partire dai 62 anni usare il proprio fondo di previdenza complementare, nel caso in cui se ne abbia uno, fino al raggiungimento dei requisiti richiesti normalmente per andare in pensione di vecchiaia. Tuttavia questa opzione non è aperta tutti gli impieghi e riscontra una serie di requisiti da rispettare nel caso in cui si voglia adottare questo sistema per la propria pensione, fra i quali:
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essere inoccupati;
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aver cessato ogni attività lavorativa;
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avere un massimo di 5 anni rimasti per il raggiungimento dei requisiti per la pensione di vecchiaia;
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aver maturato almeno 20 anni di contribuzione nel regime obbligatorio di appartenenza;
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aver accumulato 5 anni di partecipazione alle forme pensionistiche complementari.
Tutti questi cambiamenti a cui potremmo assistere a partire dall’anno prossimo non lasciano invariato un fattore appena toccato: solo la pensione data dallo Stato inizia a non bastare ed esso, anche a causa di un’età media in Italia che si sta alzando e continuerà ad aumentare negli anni a venire. Basti pensare che, secondo le proiezioni ISTAT, nel 2050 la popolazione italiana avrà un’età media intorno ai 54 anni, contro i 44 di oggi. Un aumento di 10 anni, di quasi il 25%.
Questo significa che, a fronte di un numero sempre minore di lavoratori, dovrà essere garantita la sussistenza a un numero sempre maggiore di pensionati. Un’altra ragione per la quale in molti casi è stata alzata l’età pensionabile: per far fronte a un sistema che pesa sulle casse statali.
Per avere maggiori informazioni riguardo la propria situazione pensionistica è possibile usufruire di vari servizi da parte dell’INPS direttamente sul suo sito ufficiale. È possibile consultare il proprio estratto conto contributivo dove verificare la regolarità dei versamenti, il loro periodo, la tipologia versata e l’ammontare. Inoltre, i lavoratori prossimi alla pensione possono richiedere alle sedi INPS l’Estratto conto certificativo che include l’attestazione analitica della posizione assicurativa con valore legale.
Oltre a poter accedere a questo servizio, l’INPS offre anche il simulatore Pensami (Acronimo di “Pensione A Misura”), che permette una veloce consulenza pensionistica “fai da te” per scoprire quando e come andare in pensione, anche informando sui principali sistemi e alcuni istituti che potrebbero permettere l’accesso anticipato. Con i pro e contro che ne derivano.
Entrambi sono portali molto interessanti che possono ampliare la conoscenza delle persone, soprattutto quelle con già più anni di lavoro alle spalle, riguardo il futuro che li aspetta e quando potranno andare in pensione.
Quindi, nuovamente, crearsi una forma complementare esterna che riguarda la propria previdenza è essenziale, in un mondo pensionistico che cambia ed è cambiato sempre di più da molto tempo. Ciò richiede anche un cambio di mentalità da parte di noi italiani, in quanto dovremmo abituarci a versare soldi al suo interno in maniera da poter “riscuotere” una volta terminata la nostra vita lavorativa.
Perché prevenire è meglio che curare. Pianificare il proprio futuro è sempre d’obbligo. I vecchi metodi adottati da molti per la pensione non sono più adatti. Siamo passati al sistema contributivo odierno da quasi 30 anni e, di questo passo, le generazioni che si sono da poco approcciate al mondo del lavoro forse neanche avranno una vera e propria pensione.
Quindi per loro, per noi, per tutti, usufruiamo dei tanti mezzi a disposizione per poterci garantire una vecchiaia sicura economicamente che non faccia rimpiangere le scelte passate.
Per chi vuole acquistare i libri, il cui ricavato andrà totalmente a favore dell’associazione Dravet Italia:
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Rifiutate di accedere a una carriera solo perché vi assicura una pensione. La miglior pensione è avere un cervello attivo che vi permetta di pensare fino alla fine.
Rita Levi Montalcini