Durante tutto il percorso relativo agli episodi di questo progetto di educazione finanziaria, abbiamo analizzato concetti, strumenti e situazioni dei mercati finanziari.
Un altro aspetto riguardante questi ultimi è quello relativo all’analisi tecnica.
L’analisi tecnica ci dà la possibilità di analizzare e anche di prevedere quelle che potrebbero essere, mediante l’andamento storico dei prezzi, le variazioni dei mercati oppure del relativo asset che vogliamo prendere in considerazione.
Questo studio è la base per chi effettua trading a breve, medio e lungo periodo, mediante indicatori e oscillatori.
Studiare il passato per prevedere il futuro mediante grafici e statistiche.
Possiamo considerare Charles Dow come l’inventore dell’analisi tecnica.
Fondatore del Wall Street Journal, oltre a essere l’inventore e sviluppatore dell’indice Dow Jones, ha basato i suoi principi sull’analisi del mercato azionario americano attraverso i grafici utilizzando metodi statistici e matematici.
Ispirandosi all’osservazione dei moti e delle maree, onde crescenti e con differente potenza erano un segnale dell’arrivo dell’alta marea, se le onde alternavano la loro forza si prevedeva bassa marea.
Da qui la base dell’attuale analisi tecnica che, come detto, può essere applicata a qualsiasi asset finanziario.
Gli altri antesignani sono stati Ralph Nelson Elliot con la Teoria delle onde e William Delbert Gann.
L’avvento dei computer ha fatto il resto, automatizzando i processi di analisi.
La cosiddetta “Teoria di Dow”, si basa su sei principi:
- Gli indici incorporano tutte le informazioni disponibili, i prezzi scontano subito tutte le notizie a disposizione.
- Il mercato si divide in tre trend: primario (12 mesi), secondario (settimanale e opposto al trend primario) e minore (inferiore alla settimana, ma con la stessa tendenza del trend primario).
- I trend hanno tre fasi: accumulazione, partecipazione e distribuzione.
- Indici, anche se diversi, devono confermare lo stesso trend.
- I volumi confermano i trend. Volumi aumentano/scendono quando aumentano/scendono i prezzi, se invece c’è una divergenza tra volumi e prezzi siamo di fronte probabilmente all’inversione nella tendenza dei prezzi.
- Il trend rimane in essere fino a quando non viene negato.
Possiamo considerare il postulato principale dell’analisi tecnica il fatto che le quotazioni scontano le informazioni disponibili, che si muovono in base a un trend e che la storia si ripete.
Quest’ultimo punto è basato principalmente sulla psicologia delle persone e sul comportamento che hanno in situazioni simili.
Adesso familiarizziamo con alcuni termini.
Per i trend parliamo di direzione al rialzo, laterale oppure al ribasso. È necessario riuscire a capire quando c’è un passaggio dall’una all’altra fase.
Le direzioni possono avere una durata di lungo (superiore a 1 anno), medio (1-3 mesi) e breve periodo (inferiore a 1 mese).
I grafici utilizzati, per l’analisi tecnica in un arco di tempo sono:
- A linee, per determinare la chiusura del relativo sottostante.
- A barre e candele, per valutare i minimi e i massimi.
- A punta e figura, per trovare i movimenti più importanti.
Supporti e resistenze: il primo riguarda i valori minimi dal quale il prezzo può iniziare la risalita, il secondo il prezzo considerato massimo e difficilmente superabile.
Quando un supporto o una resistenza vengono superati, significa che a loro volto diventano un supporto o una resistenza del trend successivo. Si assiste così a un’inversione del trend.
Per capire il movimento dei prezzi dobbiamo ricorrere all’utilizzo degli indicatori e degli oscillatori, citando i più conosciuti. Molti sono quelli utilizzabili.
L’indicatore maggiormente conosciuto, anche da chi non ha una conoscenza approfondita dell’analisi tecnica, è la media mobile.
Che è appunto la media di un prezzo in un determinato periodo, in base a questo analizziamo la tendenza. Un indicatore più facile da leggere per individuare la direzione del trend.
Mentre per quanto riguarda i volumi, il più importante indicatore è il MACD (In italiano Media mobile convergente divergente) che analizza la differenza tra due medie mobili, di breve e lungo termine.
L’RSI, indice di forza relativa, analizza la frequenza con la quale viene scambiato il sottostante, che si tratti di un titolo o di una materia prima. Per l’analisi di questo aspetto viene usato anche l’oscillatore Stocastico.
Con questi strumenti è possibile analizzare e prevedere l’andamento dei prezzi, per fare trading e individuare le tendenze per entrare e uscire.
La tecnologia ha estremizzato questi concetti, che sono diventati sempre più rapidi e a volte imprevedibili.
I rischi di questa tecnica, riguardano i così detti “falsi segnali” che possono non trovare conferma e la componente umana nell’interpretarli.
Il segnale, se confermato, deve essere seguito e non attendere in base alla “sensazione” personale.
Usare più indicatori e oscillatori permette di analizzare meglio le tendenze.
Questi gli aspetti principali dell’analisi tecnica.
Non è per tutti e soprattutto, per poterla mettere in atto, c’è bisogno di studio e applicazione.
È un lavoro, non un gioco.
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Sai qual è l’unica cosa che mi dà piacere? Vedere i miei dividendi in arrivo.
John Rockefeller