Una delle puntate che ho fatto, esattamente il 19 maggio 2019, è stata dedicata ai fondi pensione, cosa sono e le loro caratteristiche.
Torno su questo argomento per rinfrescare questi concetti e cerchiamo di fare il punto della situazione previdenziale in Italia.
Facendo un passo indietro ripercorriamo quelle che sono state le caratteristiche sino ad oggi, quelli che sono i rischi nel sostenere questo sistema e cosa dovremmo fare per compensare la differenza tra l’ultimo reddito che percepiremo prima di andare in pensione e l’importo che riceveremo una volta arrivati all’età pensionistica.
Siamo passati da un sistema retributivo (basato su quanto guadagnavamo negli ultimi anni di vita lavorativa, senza considerare i reali contributi versati), passando ad un sistema misto (per le persone che al 31 dicembre 1995 avevano meno di 18 anni di contributi versati), sino alla forma attuale basata totalmente sul metodo contributivo (per chi ha iniziato a lavorare dal 1 gennaio 1996).
Per avere un’idea chiara della situazione:
- Con il sistema retributivo, andando in pensione con 40 anni di contributi avevamo una copertura dell’80% rispetto all’ultima retribuzione.
- Con il sistema contributivo, cioè con i reali contributi versati per gli stessi 40 anni, abbiamo una copertura del 60%. Quindi trovandoci con una differenza del 20% rispetto a quanto potevamo ottenere precedentemente.
Il sistema retributivo ha retto sino a quando le persone che lavoravano erano superiori a quelle che erano in pensione, ma con il passare degli anni si sono presentati alcuni grossi problemi per le nostre casse previdenziali.
Il crollo delle nascite, l’invecchiamento della popolazione e l’aumento delle aspettative di vita.
Questo cosa ha comportato?
Sempre più persone sono in pensione e sempre meno sono quelle che lavorano, essendoci un crollo delle nascite dell’occupazione. Di conseguenza i contributi delle persone che lavorano non sono più sufficienti per coprire le pensioni in essere.
E’ un prezzo caro che paghiamo per aver creato un sistema pensionistico che non si basava sui reali contributi versati da ogni lavoratore, buona parte dei pensionati attuali percepisce una pensione superiore rispetto a quanto ha versato durante la sua vita lavorativa.
Un sistema che non poteva e non può reggere.
Con il passare degli anni stiamo andando in pensione sempre più tardi e percepiremo meno soldi dai contributi obbligatori, dobbiamo attivare forme di previdenza private per poter compensare quella che è la differenza di reddito che ci troveremo ad affrontare una volta arrivati all’età della pensione.
Questa problematica deve essere ben presente in ogni persona che lavora.
La forma di previdenza complementare servirà per compensare la differenza di reddito per mantenere lo stesso tenore di vita, che abbiamo durante la vita lavorativa, permettendoci di affrontare la nostra vecchiaia in maniera più serena.
Qualsiasi lavoratore può aderire ai fondi pensione oppure ai PIP (piani individuali pensionistici), in forma individuale oppure collettiva (in base al tipo di contratto lavorativo).
Prima iniziamo e maggior tranquillità avremo quando arriveremo all’età della pensione, l’unica cosa certa è che dobbiamo farlo.
Mettiamocelo bene in testa.
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La borsa, come Nostro Signore, aiuta chi si aiuta. Ma a differenza del Signore, non perdona coloro che non sanno quello che fanno.
Warren Buffett, in Mary Buffett e David Clark, I segreti di Warren Buffett. Come avere successo negli affari evitando le trappole del mercato, 2009