La Nuova via della Seta è un’iniziativa, per il miglioramento dei collegamenti commerciali in Europa e in Africa, che è stata istituita nel 2013 dal Presidente cinese Xi Jinping.
Questo per rafforzare e migliorare gli scambi commerciali e stimolare la crescita economica nella aree che verranno toccate da questi collegamenti, sia via terra che via mare.
Da quest’immagine vi potete rendere conto della vastità e dello sviluppo del progetto.
Quindi parliamo di un rafforzamento economico e commerciale tra Europa, Asia, Africa e Medio Oriente.
Se percorriamo il tragitto, di questa nuova via della seta, troviamo delle similitudini con quella che era nel XVIII secolo. Si calcola che influenzerà 68 paesi, il 40% del PIL mondiale e il 65% della popolazione mondiale.
E’ chiaro che la Cina sta portando avanti questo progetto per aumentare l’espansione della sua economia e dei suoi prodotti, aprendosi a nuovi mercati.
Nello stesso tempo paesi come gli Stati Uniti e il Regno Unito hanno intensificato gli investimenti in queste aree, soprattutto per contrastare l’eventuale strapotere della Repubblica Popolare. La torta è grande e interessa a tutti.
L’Africa è un continente che potrebbe beneficiarne maggiormente, considerando che è quello dove lo sviluppo è maggiore, in quanto non ancora totalmente allineato con il resto del pianeta.
Indipendentemente dalle considerazioni politiche, che non spetta a noi analizzare, questa nuova via potrebbe dare un forte slancio a molte economie, che oggi sono in una fase di stagnazione.
Portando sicuramente un beneficio per tutti.
Quando parliamo di economia, conseguente parliamo di finanza.
Gli investimenti e la crescita in aree non totalmente sviluppate, inizialmente crea volatilità e non molta stabilità.
Però con il tempo, quelle che risultano economie emergenti diventano economie sviluppate.
Come lo è stata la Cina qualche decennio fa, ricollegandomi ad un episodio precedente quando abbiamo parlato dei mercati di frontiera. I nuovi emergenti.
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La prima regola è non perdere. La seconda è non scordare la prima.
Warren Buffett