Per tutti gli studenti universitari che hanno terminato gli studi è presente la possibilità di riscattare la propria laurea, facendo valere la sua durata come anni di anzianità contributiva in maniera da accelerare l’età di pensione e ricevere un assegno più alto una volta terminato di lavorare.
A partire dal 2019 è stato istituito il cosiddetto riscatto della laurea agevolato. Questo mantiene alcune condizioni uguali al riscatto standard, fra cui:
essersi già laureato al momento della richiesta.
non aver versato alcun contributo durante gli anni di studio. In quest’ultimo caso, se ad esempio hai lavorato per un anno durante un corso di laurea triennale saranno considerati esclusivamente i 2 anni di solo studio. Inoltre, il riscatto tiene conto solo della durata “standard” del corso di università completato, escludendo qualunque potenziale periodo di studi da fuoricorso.
Con il riscatto agevolato paghi 5.241 € fissi per ciascun anno da riscattare, mentre con quello ordinario paghi in base al tuo reddito: più alto è il tuo reddito e maggiore è l’importo da riscattare per anno. Come esempio per l’agevolato, se voglio riscattare tutti gli anni di un corso di laurea triennale svolto, si tratta di eseguire l’operazione 5.241 € X 3 anni: quindi versare 15.723 €.
Praticamente per gli anni di università versi i contributi all’INPS di tasca tua e così quest’ultima può conteggiarli come anni di contributi versati.
Un altro requisito per il riscatto di laurea agevolato, assente nel riscatto ordinario, è che gli anni di studio siano stati esclusivamente nel periodo dal 1996 in poi. Quindi se possiedi anni di università nel periodo precedente a quell’anno, puoi chiedere solo il riscatto di laurea ordinario.
Nonostante optando per il riscatto agevolato si paghi meno, c’è un però: versare meno soldi significa che anche la tua pensione sarà inferiore rispetto a quanto sarebbe se pagassi il riscatto ordinario. Con quest’ultimo infatti pagheresti di più i contributi annui, ma di conseguenza avresti anche una pensione più elevata.
Quindi alla fine dei conti, i pensieri da fare sono due: se vuoi andare in pensione quanto prima, anche a scapito di avere un assegno di pensione un po’ più basso, è possibile optare per il riscatto agevolato. Se invece non vuoi rinunciare a nulla, allora ti conviene fare il riscatto ordinario.
Inoltre, la cifra da pagare per il riscatto agevolato è l’equivalente dei contributi INPS minimi previsti per i commercianti. Quindi, questo importo potrebbe aumentare o diminuire ogni anno rispetto ai 5.241 euro, in base appunto a quanto stabilito dall’INPS.
Puoi chiedere il riscatto della laurea online sul sito INPS o attraverso un patronato, allegando una copia fronte retro di un documento di identità e il proprio certificato di laurea oppure una dichiarazione sostitutiva di certificazione contenente: tipo di laurea, data, università, durata legale del corso, eventuali anni fuori corso. Una volta che l’INPS riceve la tua domanda, la esamina per rispondere successivamente con una comunicazione di accoglimento o rifiuto.
Se hai pagato il riscatto della tua laurea, l’onere è deducibile dal tuo reddito in quanto si tratta di una decisione facoltativa che tu prendi di versare dei contributi in più. È possibile dedurre dal reddito l’intero importo pagato come riscatto di laurea.
Invece, se hai versato il riscatto di tasca tua per un familiare a tuo carico hai diritto alla detrazione del 19% dei contributi pagati.
L’unica eccezione alla regola per le detrazioni riguarda coloro che hanno una partita IVA in regime forfettario, i quali non possono dedurre contributi facoltativi come questo a causa delle regole di tale regime.
Questa idea non è sempre conveniente, a seconda della liquidità che si ha a disposizione sul momento. Tuttavia, se in grado, si tratta di una possibile strategia da adottare per accorciare la propria distanza dalla pensione anche in caso di anni passati solo a studiare.
Consideriamo però, soprattutto le nuove generazioni o chi ha iniziato a lavorare da poco tempo. Dovranno lavorare molto probabilmente sino a 70 anni e oltre. Quindi riscattare gli anni della laurea non potrebbe essere conveniente e indirizzare la liquidità in un piano di accumulo rivolto esclusivamente all’accantonamento pensionistico è sicuramente più redditizio. Rispetto a quello che potrebbe essere l’aumento mensile dell’assegno pensionistico con il riscatto degli anni universitari.
La cosa certa è che tutti dobbiamo accantonare soldi in funzione della pensione, per non avere brutte sorprese quando ci arriveremo.
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L’Italia è il paese dei diplomi, delle lauree, della cultura ridotta soltanto al procacciamento e alla spasmodica difesa dell’impiego.
Carlo Levi