I dazi: un gioco al massacro dove tutti perdono

Negli ultimi anni e soprattutto gli ultimi mesi, le guerre commerciali si sono intensificate, con USA, UE e Cina che continuano a imporsi dazi a vicenda. Ecco il quadro attuale:

USA: l’amministrazione Biden ha mantenuto e ampliato i dazi sui prodotti cinesi (acciaio, semiconduttori, auto elettriche) e, con la nuova presidenza Trump, minaccia di introdurre nuove tariffe su beni europei e i suoi Stati confinanti.

Cina: ha risposto con contromisure sui prodotti agricoli americani e restrizioni sulle esportazioni di terre rare, essenziali per l’industria tech.

Unione Europa: sta valutando dazi sulle auto elettriche cinesi e su alcuni prodotti agroalimentari, per contrastare la concorrenza asiatica e la guerra commerciale minacciata dalla Casa Bianca.

India e Brasile: stanno innalzando le tariffe su beni industriali per proteggere i mercati interni.

Le conseguenze sono già evidenti:

L’Organizzazione Mondiale del Commercio, o WTO, prevede che il commercio mondiale crescerà appena dell’1% nel 2024, un crollo rispetto alla media storica del 4%.

L’inflazione globale è aumentata, con effetti diretti sul potere d’acquisto dei consumatori.

“Stiamo assistendo a una pericolosa frammentazione del commercio globale. Se questa tendenza non si invertirà, le economie più fragili saranno le prime a soffrirne.”, ha dichiarato Ngozi Okonjo-Iweala, Direttrice Generale della WTO.

A supporto di ciò è intervenuto anche Phil Hogan, ex Commissario UE per il Commercio, aggiungendo che “l’export agroalimentare europeo ha subito una perdita di oltre 5 miliardi di dollari dal 2019. Se le tensioni commerciali continueranno, rischiamo il collasso di intere filiere.”

Negli USA, il costo medio dei beni importati dalla Cina è aumentato del 19% dal 2018.

In Europa, i prezzi delle auto sono saliti del 7% nel 2023 a causa delle tariffe sulle materie prime.

In Cina, il prezzo della soia americana è aumentato del 25%, spingendo Pechino a rivolgersi al Brasile.

Il settore agroalimentare europeo ha perso 5 miliardi di dollari di export dal 2019 a causa delle restrizioni commerciali.

Ma quali sono esempi concreti di aziende colpite?

  1. Tesla (USA) – Ancor prima dell’interventismo del suo fondatore nell’amministrazione americana, è stata penalizzata dai dazi cinesi sulle auto elettriche americane e ha dovuto abbassare i prezzi in Cina per restare competitiva.
  2. Huawei (Cina) – I dazi USA sui semiconduttori hanno limitato la sua capacità di produrre nuovi dispositivi avanzati.
  3. Volkswagen (UE) – L’UE valuta dazi sulle auto elettriche cinesi, ma il gruppo tedesco teme ripercussioni, visto che produce e vende in Asia.
  4. Cargill (USA, agroalimentare) – Ha visto crollare l’export di soia verso la Cina a causa delle contromisure cinesi.
  5. Cooperative vinicole francesi e italiane – I dazi cinesi su vino e formaggi hanno rallentato l’export europeo, mettendo in crisi molte aziende del settore.

Oltre a questi esempi, chi ci sta perdendo davvero? Ma i consumatori ovviamente, con prezzi più alti su beni di largo consumo. Le industrie manifatturiere, con costi di produzione in aumento per chi dipende da materie prime importate. Il settore agroalimentare, dato che agricoltori e allevatori stanno subendo pesanti perdite.

Detto tutto ciò, quali sono le prospettive future?

Se le tensioni commerciali continueranno ad aumentare, possiamo aspettarci:

  • Una crescente instabilità tra USA, Cina ed Europa.
  • Un cambio delle catene di fornitura, con una maggiore dipendenza da paesi-fabbrica come India, Vietnam e Messico.
  • Possibili nuovi accordi commerciali, ma con condizioni rigide e fortemente politiche.

In questa guerra commerciale globale, c’è un vincitore? No. Tutti perdono: governi, aziende, cittadini. I dazi nascono per proteggere l’economia di un paese, ma il risultato è sempre lo stesso: prezzi più alti, instabilità nei mercati e danni per le imprese.

Stiamo costruendo un sistema più forte o stiamo solo scavando la fossa alla crescita economica del futuro? Forse è il momento di smettere di giocare con il fuoco, prima che le conseguenze diventino irreversibili.

 

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La citazione di oggi è la seguente:

Il contribuente è uno che lavora per lo Stato senza essere un impiegato statale.

Ronald Reagan

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