BRICS è l’acronimo che rappresenta Brasile, Russia, India, Cina e Sudafrica.
Inizialmente era BRIC e rappresentava i quattro paesi (Brasile, Russia, India e Cina) che avevano caratteristiche simili e quelli emergenti con maggiori dimensioni.
Appunto erano quelli che prima, quasi venti anni fa, venivano chiamati emergenti, ma che adesso sono tra i futuri leader delle economie mondiali.
Dal 2009 si riuniscono e hanno aumentato le loro collaborazioni in materia di sviluppo e di scambi commerciali.
A questi paesi si è aggiunto il Sudafrica e di conseguenza non si parla più di BRIC, ma di BRICS.
Ma in questo momento, con il conflitto in Ucraina, perché si parla di accordi tra questi paesi e quelli che sono i progetti di una ancor più stretta collaborazione?
Ripercorriamo la strada della loro nascita.
I ministri degli esteri di Brasile, Russia, India e Cina, nel settembre del 2006, costituirono una sorta di coordinamento e che poi, a giugno del 2009, è stato ufficializzato con l’obiettivo di creare un nuovo ordine mondiale multipolare. Maggiormente equo.
A dicembre del 2010 è stato aggiunto il Sudafrica a queste riunioni e con il passare del tempo sono cresciute le ambizioni.
Nel 2014, in una riunione a Fortaleza, è stata espressa la volontà di aumentare le collaborazioni tra i singoli paesi e diminuire la potenza del dollaro nel commercio internazionale, oltre alla creazione di una nuova banca dedicata allo sviluppo slegata dalla banca mondiale e dal fondo monetario internazionale.
Per avere un’idea delle dimensioni di questo gruppo di paesi, rappresentano oltre il 40% della popolazione e quasi il 30% dell’economia mondiale.
Sino ad oggi questi obiettivi non avevano raggiunto i loro scopi, anche per differenze tra i cinque paesi in termini economici e politici.
Il conflitto in Ucraina sta accelerando tutti i processi e le notizie che si susseguono in questi giorni evidenziano un accordo sempre più forte, addirittura della costituzione di una nuova valuta in comune per sostituire il dollaro negli scambi internazionali tra i BRICS.
Obiettivo un nuovo sistema monetario e anche finanziario, a livello internazionale.
Nell’ultima riunione, virtuale, avvenuta tra i leader di questi paesi, sono state considerate come un “abuso” le sanzioni dell’occidente verso la Russia.
Quindi una cooperazione e un ruolo rilevante dei BRICS per poter creare un sistema mondiale multipolare, come dichiarato da Putin, e con l’ONU al centro, come dichiarato da Xi Jinping.
Una sempre maggior presenza e considerazione di questi paesi all’interno del sistema economico mondiale.
È ovvio che tutto questo è per scardinare le gerarchie economiche, che sino ad oggi sono state filo occidentali.
Ma la realtà sta cambiando e forse gli Stati Uniti se ne sono accorti, da tempo, e il conflitto serve anche per cercare di mantenere una leadership sempre più a rischio.
Le previsioni, prima dell’avvento della pandemia e del conflitto, prevedevano nel 2030 il sorpasso della Cina nei confronti degli Stati Uniti, che scaleranno al terzo posto e con addirittura l’India al secondo posto.
Tra i primi 10 paesi, soltanto la Germania riusciva a rimanere tra quelli europei.
Il conflitto sta ulteriormente cambiando gli equilibri, gli Stati Uniti cercano di rafforzare la loro presenza in Europa, Russia e Cina non vogliono rimanere indifferenti a questo tentativo.
Ma se prevediamo che la crescita demografica salirà, in Asia e Africa, come si può pensare che i paesi occidentali possano mantenere la loro potenza economica? Ma questo è un altro discorso che affronteremo in un nuovo episodio.
Personalmente, come ho già detto in altre puntate, ritengo che le sanzioni saranno un grosso boomerang per noi europei e per l’Italia ancor di più.
L’accelerazione dei BRICS è dovuta a questo: paesi che hanno materie prime e crescita demografica intenti nell’avere un ruolo sempre più importante.
Ricordiamoci anche del RCEP, l’accordo di libero scambio tra i paesi aderenti dell’Asia e dell’Oceania che abbiamo trattato nell’episodio del 23 novembre 2020.
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Le gerarchie stanno cambiando definitivamente e non ci resta che adattarci.
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Stati Uniti e Cina dovrebbero collaborare per ottenere risultati positivi a favore delle rispettive popolazioni e di quelle del resto del mondo.
Xi Jinping