Nello scorso episodio abbiamo affrontato il tema del prezzo del gas, oggi analizziamo il motivo perché il prezzo del gasolio adesso è superiore a quello della benzina.
Già da questa primavera abbiamo assistito all’inversione dei prezzi, la benzina storicamente ha avuto sempre un prezzo superiore al gasolio.
I motivi sono riconducibili al conflitto in Ucraina e alla crisi energetica, la carenza dovuta alle esportazioni dalla Russia non è stata compensata da quelle provenienti da altri paesi. Situazione che ha creato una forte carenza in tutto il sud Europa.
Perché lo sentiamo maggiormente nell’Europa mediterranea?
Il gasolio necessita di raffinerie per essere utilizzato e in quest’area ne sono state chiuse molte, quindi causando una forte riduzione nella raffinazione. Ne abbiamo bisogno di quantitativi maggiori e con l’aumento della domanda, non sostenuta dall’offerta, il prezzo sale.
La maggior parte delle raffinerie in Europa sono indirizzate sulla produzione della benzina e altri derivati, quella del gasolio era demandata alla Russia che produceva il 60% del fabbisogno europeo.
Di conseguenza, oggi risulta più difficoltoso e lento il processo di esportazione dalla Russia.
Le richieste derivano dall’aumento della produttività, post pandemia, e dal trasporto su gomma. Inoltre, con l’avvicinarsi della stagione invernale le richieste di gasolio per riscaldamento aumentano.
Tutti questi fattori hanno un effetto fortemente impattante sul prezzo.
A livello di prezzi più alti, l’Italia è al terzo posto in Europa. Ma se estrapoliamo le tasse (iva e accise) siamo tra i paesi meno cari, esattamente al ventesimo posto con un’incidenza superiore al 50% sul prezzo finale.
Da dire che incide anche il valore del cambio EUR/USD, la moneta unica si è deprezzata nei confronti del Dollaro statunitense del 14% da inizio anno.
Come sappiamo la maggior parte delle materie le acquistiamo in questa valuta.
Analizziamo il prezzo del gasolio dal 1996, siamo passati da 737,28€ a 1.835,90€ ogni 1.000 litri. Un aumento del 148,98% in valore assoluto.
Se estrapoliamo IVA e accise abbiamo le seguenti variazioni:
• Iva aumento del 181,23%
• Accise aumento del 52,02%
• Prezzo netto aumento del 387,06%
Calcolando l’incidenza di IVA e accise sul prezzo finale:
• nel 1996 l’IVA incideva per il 15,97%, adesso per il 18,03%
• nel 1996 le accise incidevano per 52,36%, adesso per 31,96%
Da questo si evidenzia che le accise, nonostante siano una componente che incide fortemente sul prezzo, in percentuale sono calate rispetto a 26 anni fa.
Un valore sopra il 30% rimane comunque assolutamente troppo alto.
Quindi l’aumento maggiore in assoluto è dovuto alla crescita del prezzo della materia prima.
Di seguito il grafico del prezzo del gasolio dal 1996:
Il 31 ottobre ci sarà la scadenza dello sconto fiscale, questo aspetto potrebbe incidere ulteriormente sull’aumento dei prezzi.
Tutte queste analisi, ci fanno ulteriormente capire quanto sia stata scellerata la produzione e la non programmazione in questi ultimi 30 anni.
Abbiamo acquistato materie prime e abbiamo prodotto in latri paesi, al di fuori dell’Europa, perché era economicamente più conveniente.
Ma non è stato fatto niente per prepararsi a una propria autosufficienza energetica e produttiva, questo in Italia lo scontiamo maggiormente per colpa dell’assurda burocrazia che attanaglia il paese.
Adesso è l’ora del cambiamento, ora o mai più.
Altrimenti……andate a rileggere o ascoltare l’episodio “La colonizzazione dell’Italia”, che ho scritto del 2014.
La colonizzazione dell’Italia – La finanza amichevole (finanza-amichevole.it)
La speranza è di essermi sbagliato.
Per chi vuole acquistare i libri, il cui ricavato andrà totalmente a favore dell’associazione Dravet Italia:
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Consciamente o inconsciamente, i movimenti di prezzo non riflettono il passato, bensì il futuro. Quando gli eventi si profilano all’orizzonte, la loro ombra cade sulla borsa di New York.
William Peter Hamilton – Editore del Wall Street Journal