ESG: investire bene facendo del bene o semplice greenwashing?

Negli ultimi anni, abbiamo assistito a una vera e propria esplosione di prodotti finanziari che si definiscono “sostenibili”, “etici” o “ESG” (acronimo inglese per ambientale, sociale e governance). Le pubblicità ci promettono che possiamo ottenere buoni rendimenti e, contemporaneamente, salvare il pianeta.

Ma è davvero così semplice? Possiamo realmente “fare del bene facendo bene” con i nostri investimenti, o siamo di fronte a un’operazione di marketing, il cosiddetto “greenwashing”?

Prima di addentrarci nei dettagli, facciamo un passo indietro e chiariamo cosa significano queste tre lettere che sentiamo ripetere sempre più spesso.

Il pilastro ambientale riguarda l’impatto che un’azienda ha sull’ecosistema. Include fattori come:

  • Emissioni di gas serra e impronta di carbonio
  • Utilizzo di energie rinnovabili
  • Gestione dei rifiuti e dell’inquinamento
  • Conservazione delle risorse naturali
  • Biodiversità e deforestazione

Un’azienda con un buon punteggio ambientale potrebbe avere obiettivi ambiziosi di riduzione delle emissioni, utilizzare prevalentemente energie rinnovabili o adottare processi produttivi che minimizzano gli sprechi.

Il pilastro sociale riguarda le relazioni dell’azienda con le persone e le comunità, fra cui:

  • Condizioni di lavoro e diritti umani
  • Diversità e inclusione
  • Relazioni con le comunità locali
  • Privacy e sicurezza dei dati
  • Salute e sicurezza dei dipendenti e dei clienti

Un buon punteggio sociale potrebbe significare avere politiche progressive per la diversità di genere, programmi di welfare aziendale significativi o un forte impegno verso le comunità in cui opera.

Infine, il pilastro della governance riguarda come l’azienda è gestita e controllata. Considerando, fra i vari:

  • Composizione e indipendenza del consiglio di amministrazione
  • Remunerazione dei dirigenti
  • Etica aziendale e trasparenza
  • Diritti degli azionisti
  • Politiche anticorruzione

L’idea di investire secondo principi etici non è nuova. Già negli anni ’70, alcuni investitori evitavano aziende legate all’apartheid in Sudafrica o all’industria del tabacco. Ma l’approccio moderno all’ESG è molto più sofisticato e complesso.

I primi fondi etici si basavano principalmente su criteri di esclusione: eliminavano dal loro universo investibile settori considerati “peccaminosi” come armi, tabacco, alcol o gioco d’azzardo.

Oggi l’approccio è evoluto verso l’integrazione ESG: i fattori ambientali, sociali e di governance vengono incorporati nell’analisi finanziaria tradizionale per identificare rischi e opportunità che potrebbero non emergere dai soli dati finanziari.

Un altro cambiamento significativo riguarda la motivazione dietro le scelte in favore degli ESG: se inizialmente ciò era guidato principalmente da considerazioni morali, oggi è sempre più visto attraverso la lente della “materialità finanziaria”, ovvero come questi fattori possano influenzare la performance finanziaria di lungo termine.

Questo enorme afflusso di capitali ha portato a una proliferazione di prodotti ESG, ma anche a crescenti preoccupazioni riguardo al greenwashing.

Questo termine si riferisce alla pratica di far apparire un’azienda o un prodotto più sostenibile di quanto sia in realtà. Nel contesto degli investimenti, si manifesta in diversi modi. Molti fondi si autodefiniscono “sostenibili” o “ESG” senza avere criteri rigorosi o trasparenti.

A tale scopo, alcune aziende o fondi evidenziano selettivamente metriche ESG positive, ignorando quelle negative. Molte aziende annunciano obiettivi ambiziosi (come la neutralità carbonica entro il 2050) senza piani d’azione dettagliati o tappe intermedie verificabili.

Numerosi studi hanno analizzato la relazione tra fattori ESG e performance finanziaria. Una meta-analisi di oltre 2.000 studi pubblicata nel Journal of Sustainable Finance & Investment ha rilevato che la maggioranza (circa il 63%) mostrava una relazione positiva tra ESG e performance finanziaria, mentre solo l’8% riportava una relazione negativa.

Il primo passo è comprendere come un fondo o un gestore definisce e misura l’ESG:

  • Quali criteri specifici vengono utilizzati?
  • Come vengono ponderati i diversi fattori?
  • Si tratta di un approccio di esclusione, integrazione o impact investing?
  • Quali fonti di dati vengono utilizzate per la valutazione ESG?

Un gestore serio sarà trasparente riguardo alla sua metodologia e in grado di spiegarla in termini concreti.

Non fermatevi al nome o alla descrizione del fondo, ma guardate cosa effettivamente contiene:

  • Le aziende in portafoglio sono coerenti con gli obiettivi dichiarati?
  • Ci sono incongruenze evidenti (come un fondo “low carbon” con significative partecipazioni in compagnie petrolifere)?
  • Qual è il rating ESG complessivo del portafoglio rispetto al benchmark?

Valutate la credibilità complessiva dell’asset manager in ambito ESG è importante. Dopo tutto, un impegno di lunga data e a tutto tondo è generalmente un buon indicatore di autenticità.

Siate scettici riguardo a promesse eccessive o linguaggio vago:

  • Claim come “completamente sostenibile” o “100% green” raramente riflettono la realtà complessa degli investimenti
  • Cercate dati concreti e misurabili piuttosto che aggettivi generici
  • Verificate se ci sono certificazioni o verifiche indipendenti a supporto delle affermazioni

Concludiamo con alcuni consigli pratici per costruire un portafoglio ESG equilibrato e allineato ai vostri valori personali.

Prima di tutto, riflettete su quali aspetti dell’ESG sono più importanti per voi:

  • Siete più preoccupati per il cambiamento climatico o per i diritti umani?
  • Preferite escludere completamente certi settori o premiare le aziende migliori in ogni settore?
  • Cercate principalmente di evitare danni o di generare un impatto positivo?

Non esiste un approccio “oggettivamente giusto” agli ESG – l’importante è che sia coerente con i vostri valori personali.

Gli investimenti ESG rappresentano un’evoluzione importante nel mondo della finanza, offrendo la possibilità di allineare i nostri investimenti ai nostri valori.

La buona notizia è che, con la crescente domanda di trasparenza e l’evoluzione della regolamentazione, il mercato sta diventando più maturo e sofisticato. Strumenti, dati e standard migliori stanno emergendo per aiutare gli investitori a prendere decisioni più informate.

Che siate motivati da considerazioni etiche, dalla ricerca di opportunità finanziarie di lungo termine, o da entrambe, l’integrazione dei fattori ESG nelle vostre decisioni di investimento può contribuire a costruire un portafoglio più resiliente e allineato con il mondo che desiderate vedere.

 

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La citazione di oggi è la seguente:

Inizia facendo il necessario, poi fai il possibile e improvvisamente starai facendo l’impossibile.

San Francesco d’Assisi

 

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