Credit Suisse, la seconda banca svizzera e una delle più grandi in Europa, ha subito una significativa perdita di valore delle sue azioni in borsa, arrivando a perdere fino al 31% del loro valore mercoledì scorso.
Ciò ha causato preoccupazioni sulla sua solidità finanziaria e la banca ha richiesto aiuto alla banca centrale svizzera e alle autorità di vigilanza, che le hanno accordato un grosso prestito per ripristinare la liquidità e rassicurare gli investitori sui mercati finanziari del fatto che la banca sia solida e non a rischio.
Questo a seguito della notizia che il suo maggiore azionista, la Saudi National Bank, ha dichiarato di non voler fornire ulteriori supporti finanziari in caso di richieste di liquidità da parte della banca. Le difficoltà di Credit Suisse hanno provocato preoccupazioni sui mercati europei.
La sua crisi non ha nulla a che vedere con quelle di alcune banche regionali americane, come Silicon Valley Bank e Signature Bank, che si sono verificate negli stessi giorni.
Tuttavia, l’episodio si inserisce in un contesto di timore generale e di grande incertezza verso la stabilità del sistema finanziario e bancario, poiché il timore che una banca vada in crisi può influire su tutte le altre banche, che sono molto interconnesse a livello internazionale.
Le banche centrali, i governi e le autorità di vigilanza sono talvolta disposti a concedere grandi prestiti di emergenza a un singolo istituto, proprio per salvaguardare il sistema bancario in generale. L’istituto elvetico è in difficoltà ormai da anni a causa di varie ragioni legate soprattutto alla malagestione, anni di crisi e scandali finanziari.
La banca sta cercando di attuare un nuovo piano di business per farla tornare nuovamente redditizia, riducendo il numero dei dipendenti e limitando le attività più rischiose che le hanno causato enormi perdite.
Negli ultimi anni, ha ampliato le sue attività di investment banking, che sono più rischiose delle normali attività bancarie, e ha avuto difficoltà a causa dell’andamento generale dell’economia. Inoltre, la banca è stata coinvolta in alcuni investimenti sbagliati legati a fondi speculativi che hanno causato perdite finanziarie molto consistenti.
La banca centrale svizzera ha deciso di intervenire per ripristinare la fiducia degli investitori, in quanto la fiducia è essenziale per evitare una crisi del sistema bancario.
L’aumento dei tassi di interesse sta avendo un ruolo molto importante nell’instabilità finanziaria in generale, oltre alla criticità in bilanci di alcune banche meno attente a diversificare gli investimenti.
Cosa può accadere a questo punto?
UBS, dopo una prima offerta rifiutata a 1 miliardo di franchi svizzeri, ha concluso l’operazione a 3 miliardi di franchi. Inoltre la Banca Centrale svizzera ha offerto una linea di liquidità per 100 miliardi di franchi.
Torniamo un attimo indietro nel tempo.
La crisi finanziaria del 2008 ha avuto un impatto profondo sull’economia globale e ha portato a numerose conseguenze a livello sociale e politico.
Una delle principali lezioni che abbiamo imparato dalla crisi è che le banche e le istituzioni finanziarie devono essere regolate in modo più rigoroso per prevenire l’eccesso di rischio e la speculazione eccessiva.
Ciò ha portato a riforme come la Dodd-Frank Wall Street Reform and Consumer Protection Act negli Stati Uniti e la direttiva MiFID II in Europa.
Nonostante queste riforme, le cose sono migliorate?
In base a quanto accaduto nell’ultima settimana, personalmente direi non molto.
Le istituzioni finanziarie, definiamole troppo sportive, hanno utilizzato la loro troppa libertà di agire in scia alla ripresa economica.
In epoca di tassi a zero o negativi, ha portato le banche ad una ricerca di redditività in vari strumenti anche ad alto rischio. Come dimostra Credit Suisse.
Il repentino rialzo dell’inflazione, il conseguente rialzo dei tassi e il crollo dei mercati nel 2022 hanno fatto venire a galla i problemi. In quegli istituti che si sono approfittati di questa libertà.
Negli ultimi 15 anni, le banche hanno adottato misure precauzionali, come l’aumento dei cuscinetti di liquidità e capitale proprio, per proteggersi da eventuali shock.
Personalmente penso che la crisi finanziaria del 2008 ci abbia insegnato molte cose importanti, ma ci sono ancora sfide significative da affrontare per garantire una maggiore stabilità finanziaria e una maggiore equità economica e sociale.
Il sistema finanziario mondiale è più solido, ma un approccio più restrittivo alla regolamentazione bancaria sarebbe stato preferibile per evitare quanto accaduto a Credit Suisse.
Un piccolo riepilogo dei problemi e scandali, più recenti, che hanno portato ad una crisi di fiducia nella banca elvetica e ad una significativa perdita di valore azionario:
- Il fallimento della banca d’investimento Archegos nel 2021, che ha causato perdite significative per Credit Suisse e altre banche che avevano investito in Archegos.
- Sempre nel 2021 è stata coinvolta nello scandalo del fondo di investimento Greensill, iniziato nel 2017, che ha portato alla bancarotta del fondo e alla perdita di denaro per gli investitori, tra cui Credit Suisse. Quest’ultima è stata accusata recentemente di aver violato gli obblighi di vigilanza e non aver fatto abbastanza per valutare i rischi associati all’investimento in Greensill.
- Infine, Credit Suisse è stata coinvolta anche in uno scandalo di frode legato alla società di finanziamento del petrolio e del gas, Petrobras, che ha portato a una multa di 79 milioni di dollari da parte delle autorità svizzere.
Quindi, di cosa ci meravigliamo?
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Prendersela soltanto con la speculazione è come voler rompere il termometro perché ci dice che abbiamo la febbre alta.
Federico Rampini