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In epoca caratterizzata dai tassi negativi nel mondo delle obbligazioni, è conveniente lasciare la liquidità ferma sui conti correnti e non investirla?

Torniamo sul concetto dell’inflazione e di quanto si deprezzano, come potere d’acquisto, i soldi che lasciamo fermi sul nostro conto corrente. Anche se vediamo sempre la stessa cifra e pensiamo che quest’importo non cambi, in realtà anche in presenza anche di bassa inflazione e con un leggero aumento dei prezzi, perdiamo potere d’acquisto.

In quanto con la stessa cifra a disposizione possiamo acquistare meno beni di quello che potevamo fare qualche anno fa.

Questo momento d’incertezza non ha fatto altro che aumentare la massa di liquidità sui conti, per chi può farlo, perché le persone per paura delle non certezze non spendono e non investono.

Prendiamo un dato statistico, un valore di 10.000€ nell’anno 2000 lasciato fermo sul conto corrente, per effetto dell’inflazione, oggi sarebbe di 7.125€ (-28,75%).

Altri esempi, su un periodo più lungo.

Secondo un’analisi dal 1900 ad oggi il rendimento medio annuo dei seguenti asset è il seguente:

  • Azionario internazionale il 5,2%;
  • Obbligazioni internazionali il 2%;
  • Strumenti monetari lo 0,8%;
  • Conto corrente infruttifero -2%

Come detto sono valori annualizzati e soprattutto per quanto riguarda il mondo obbligazionario e di strumenti monetari abbiamo trascorso anche decenni con rendimenti elevati.

Però adesso siamo nell’epoca del “tasso zero”, per non dire negativo.

Non dobbiamo escludere, come hanno già fatto alcuni istituti di credito europei, l’eventuale costo o tassazione nel lasciare i soldi fermi sul conto corrente.

In questa fase con i rendimenti a breve termine negativi, basti pensare che il tasso Euribor (quello che viene usato come parametro di riferimento per i mutui a tasso variabile) è negativo in tutte le scadenze da 3 a 12 mesi.

Questa liquidità depositata sui conti, per gli istituti di credito, è un costo.

Ma torniamo sul concetto dei tassi a zero e dell’inflazione, come ci siamo detti in altri episodi, dobbiamo cambiare la nostra mentalità del “tasso” facendola diventare una mentalità del “rendimento”.

Rendimento che arriverà pianificando i nostri investimenti con un orizzonte di medio/lungo periodo, investire in società o settori trainanti per il cambiamento epocale che stiamo vivendo.

Il futuro è il mondo degli investimenti SRI (sostenibili e responsabili), con criteri ESG (ambiente, sociali e di governance).

Proprio questo cambiamento epocale, accelerato e anticipato dalla pandemia del Covid-19, è un’occasione che dobbiamo sfruttare.

Semplicemente anche attivando piani di accumulo periodici in questi settori e nelle relative aziende.

Ricordiamoci sempre che dopo un periodo di forte crisi economica come quello che viviamo e che ci aspetterà, c’è sempre una rinascita e una ricostruzione.

In passato questo avveniva dopo le guerre, distruzione e poi ricostruzione. Questa volta è diverso, perché si tratta di una guerra batteriologica contro un nemico invisibile, ma il concetto è lo stesso.

Analizziamo tutti questi aspetti e iniziamo a investire per ottimizzare il più possibile il rendimento della nostra liquidità.

E’ un’occasione che non dobbiamo lasciarci sfuggire.

Per chi vuole acquistare il libro:
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L’avidità, non trovo una parola migliore, è valida, l’avidità è giusta, l’avidità funziona, l’avidità chiarifica, penetra e cattura l’essenza dello spirito evolutivo. L’avidità in tutte le sue forme: l’avidità di vita, di amore, di sapere, di denaro, ha improntato lo slancio in avanti di tutta l’umanità.
Gordon Gekko (Michael Douglas), in Wall Street, 1987

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