Come in ogni fase di un ciclo economico, in base ad alcuni segnali, ci stiamo avvicinando a un periodo di recessione?
Torniamo a spiegare cos’è e quelle che sono le fasi che lo caratterizzano.
Il ciclo economico si riferisce alla periodica fluttuazione dell’attività economica, con periodi di crescita alternati a periodi di recessione. Esistono diverse teorie e modelli che cercano di spiegarne le fasi, ma in generale si possono individuare quattro fasi principali: espansione, picco, contrazione e depressione.
Espansione: si verifica quando l’economia è in crescita e la produzione aumenta. Le imprese registrano profitti e assumono personale, mentre i consumatori sono fiduciosi e hanno una maggiore propensione al consumo. La crescita economica è sostenuta da una serie di fattori, come una politica monetaria accomodante, bassi tassi di interesse e un clima di fiducia.
Picco: rappresenta il punto massimo del ciclo economico, in cui l’economia raggiunge il massimo livello di attività. La domanda interna ed esterna può cominciare a diminuire, mentre i prezzi dei beni e servizi aumentano. Le imprese iniziano ad avere meno espansione e la crescita dei profitti rallenta.
Contrazione: l’economia rallenta e la produzione diminuisce. Le imprese iniziano a ridurre i costi, mentre i consumatori riducono le spese. La crescita economica si ferma o diminuisce e il PIL si riduce. La politica monetaria può diventare restrittiva, con un aumento dei tassi di interesse e una diminuzione dell’offerta di denaro.
Depressione: la fase più bassa del ciclo economico, in cui l’economia è in recessione e il PIL diminuisce significativamente. Le imprese possono avere delle difficoltà e il tasso di disoccupazione può aumentare drasticamente. La politica monetaria può diventare molto restrittiva, con tassi di interesse elevati e una scarsa disponibilità di credito.
Dopo la fase di depressione, l’economia può tornare alla fase di espansione e iniziare un nuovo ciclo economico. Questo schema si ripete continuamente nel corso del tempo, anche se la durata e l’intensità delle varie fasi possono variare in base a una serie di fattori.
Spieghiamo la differenza tra depressione e recessione.
Una recessione economica è una fase del ciclo economico in cui l’attività economica rallenta e il prodotto interno lordo (PIL) diminuisce per un periodo di almeno due trimestri consecutivi. Durante una recessione, la produzione e l’occupazione diminuiscono, il reddito delle famiglie diminuisce e la disoccupazione aumenta. Ciò può causare una diminuzione del consumo delle famiglie. Tuttavia, una recessione è di solito di breve durata e dura da pochi mesi a un massimo di due anni.
Una depressione economica è invece una fase del ciclo economico molto più grave e duratura rispetto a una recessione. Una depressione è caratterizzata da un forte calo del PIL, da una grave crisi finanziaria, da una forte diminuzione della produzione e dell’occupazione, aumentando la disoccupazione. Può durare molti anni, anche più di un decennio, e può portare a una grave crisi economica e sociale.
La differenza principale tra una recessione e una depressione economica è la durata e l’intensità della fase negativa del ciclo economico. Una recessione è di solito di breve durata e meno grave di una depressione, mentre una depressione è caratterizzata da una grave crisi economica che può durare anche molti anni.
Chiariti questi aspetti, valutiamo la situazione attuale dei rendimenti delle obbligazioni statunitensi a breve termine e quelli a lungo termine.
L’inversione della curva dei rendimenti tra lungo termine e breve termine delle obbligazioni si verifica quando il rendimento dei titoli di stato a lungo termine diventa inferiore a quello dei titoli di stato a breve termine. In condizioni normali, i rendimenti sui titoli di stato a lungo termine sono più elevati rispetto a quelli a breve termine, poiché gli investitori ottengono un premio per il rischio maggiore detenendo investimenti a lungo termine.
Questo è stato spesso un indicatore di una possibile recessione economica. Ciò accade perché i rendimenti dei titoli di stato a lungo termine riflettono le aspettative degli investitori sull’economia futura. Se i rendimenti sui titoli di stato a lungo termine diventano inferiori a quelli a breve termine, può indicare che gli investitori si aspettano un rallentamento dell’economia e una diminuzione dei tassi di interesse a breve termine.
Attualmente, la curva dei rendimenti statunitense è invertita in modo profondo, a causa dell’aspettativa che i tassi di interesse a lungo termine scenderanno. La Federal Reserve fissa il tasso di interesse a breve termine, ma i tassi di interesse a lungo termine sono influenzati anche dai tassi di mercato e dalle aspettative future.
La curva dei rendimenti a 10 anni/2 anni si è spesso invertita prima delle recessioni storiche negli ultimi 40 anni, ogni volta che il rendimento a 2 anni è stato superiore a quello a 10 anni per più di sei mesi, è seguita una recessione ed è stato un indicatore di recessione affidabile. Ad esempio, l’inversione della curva dei rendimenti si è verificata prima delle recessioni degli Stati Uniti nel 1980, nel 1990 e nel 2000. È importante notare che l’inversione della curva non è un’indicazione di sicura recessione, ma piuttosto un segnale di avvertimento che richiede un’analisi più approfondita degli indicatori economici e delle condizioni di mercato.
I prezzi potrebbero già scontare questo aspetto e la recessione potrebbe non essere grave come previsto.
Tuttavia, questo è un momento particolare considerando quella che è stata la crescita repentina dell’inflazione, la politica monetaria restrittiva e gli eventi geopolitici.
Nel 2022 abbiamo assistito alla così detta “tempesta perfetta”: crescita dei tassi, crollo delle obbligazioni e delle azioni. Potremmo vedere ancora un po’ di volatilità, ma ricordiamoci sempre e analizziamo le fasi del ciclo economico.
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Warren Buffett