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Quello che sta accadendo in questi giorni in Ucraina, oltre alla brutalità della guerra e alla perdita di vite umane, porterà molto probabilmente cambiamenti a livello economico.

Non spetta a noi valutare i motivi, storici o politici, di questa decisione estrema da parte della Russia.

Analizziamo però l’aspetto economico nel suo insieme.

In Ucraina ci sono importanti giacimenti di argilla, caolino, minerale di ferro, riserve di carbone, gas e petrolio (tra i primi paesi europei).
Il ferro viene utilizzato per l’industria chimica, metallurgica e siderurgica, l’Ucraina è anche tra i principali produttori d’acciaio e tra i paesi che esportano metalli, ha l’unico deposito europeo di sabbie minerali dove viene estratto lo zircone.

Ci sono centrali nucleari per la produzione di energia, purtroppo ci ricordiamo l’incidente nucleare a Chernobyl nel 1986, e presenta anche grandi giacimenti di uranio.

Produttori di barbabietole da zucchero, cereali, frutta e patate, l’Ucraina è il quarto paese che rifornisce l’Unione Europea.

Credo che basti per capire l’importanza economica di questo paese a livello economico.

Ma in tutti questi anni, cosa ha fatto l’Europa e soprattutto l’Italia per dipendere il meno possibile dalle materie prime acquistate al di fuori dei propri confini? Ben poco.

Per avere un’idea, i paesi europei che sono maggiormente dipendenti dal gas proveniente dalla Russia sono Finlandia per il 94% del fabbisogno, Bulgaria 77%, Germania 49%, Italia 46%, Polonia 40% e Francia il 24%.
Per l’Italia il restante approvvigionamento, in ordine di importanza, viene dall’Algeria, Libia, Olanda, Norvegia, Qatar e Azerbaijan.
L’Italia, inoltre, importa il 64% del grano per la sua produzione di pasta e biscotti e il 53% del mais.

La Russia è il primo fornitore di grano al mondo!

Ma come mai in questi ultimi 30 anni non si è stati capaci di invertire questa tendenza, anzi l’abbiamo peggiorata?

Si parla di Unione Europea, ma di unione c’è ben poco. Ogni paese ha regole diverse, politiche fiscali diverse e poca coesione nelle scelte economiche e sociali.
Oltre ad aver prodotto e importato da paesi come la Cina, perché era più conveniente senza pensare ai danni e alla dipendenza nel lungo periodo.

Non parliamo dell’Italia, una classe politica inefficiente e con una visione miope e senza un mimino di programmazione per il futuro e per le nuove generazioni.
Cosa abbiamo fatto sul fronte delle energie rinnovabili o per quello che riguarda le materie prime agricole?
L’italiano, per sua natura, pensa che i problemi siano soltanto degli altri e una volta sistemato il proprio giardinetto crede di non essere influenzato.

Il 17 marzo 2019 ho pubblicato l’episodio intitolato “La colonizzazione dell’Italia”, scritto nel 2014, https://open.spotify.com/episode/1cc46SQ7EhwKQPBkJAdxnK?si=0b6000c935e64036, dove ho espresso la mia considerazione in merito all’acquisizione dei nostri beni di valore per poter rimettere in sesto i nostri conti, una possibile colonizzazione economica.
Speravo di sbagliarmi, tuttavia credo che se continuiamo così non sarà più soltanto italiana, ma forse anche europea.

In queste ore, oltre alle sanzioni, si parla di escludere la Russia dal circuito SWIFT (il sistema internazionale per i pagamenti tra banche).
Siamo sicuri che sia la strada giusta, oppure avvicinerà ulteriormente la Russia al mondo cinese e asiatico?
Ricordiamoci anche del RCEP (Regional Comprehensive Economic Partnership), l’accordo di libero scambio tra i 15 paesi, Brunei, Cambogia, Indonesia, Laos, Malaysia, Myanmar, Filippine, Singapore, Thailandia e Vietnam appartenenti all’Asean (Associazione delle nazioni del Sudest asiatico) oltre ad Australia, Cina, Corea del Sud, Giappone e Nuova Zelanda.
Se aderisse anche la Russia in futuro?

Dare una svolta in questo momento è fondamentale, ma per poter invertire la tendenza ci vorranno anni, anzi decenni.

Adesso è il momento del cambiamento. Se prendiamo coscienza di questo, ce la faremo.

La cosa più importante però è che tutto questo finisca prima possibile, nei confronti delle persone innocenti che sono coinvolte.

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Nello sport si vince senza uccidere, in guerra si uccide senza vincere.
Shimon Peres

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