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Patrimoniale Si, No, forse.

In questo periodo, data la crisi economica causata dal Covid-19, si sente più spesso parlare di patrimoniale.
Cosa potrebbe aspettarci e cosa riteniamo più probabile che avvenga?

L’Unione Europea sta mettendo sul campo cifre importanti per far ripartire le economie dei singoli Stati, soprattutto per quelli che già si trovavano in una situazione non brillante prima dell’arrivo del Coronavirus. Noi eravamo tra quelli.

Siamo in recessione e senza tanti giri di parole, se qualcuno ci presta del denaro prima o poi dobbiamo restituirlo, a meno che non sia a fondo perduto.
Quale potrebbero essere le conseguenze per i cittadini italiani?

Una patrimoniale potrebbe essere applicata sui patrimoni delle persone, quindi beni mobili e immobili.
In misura fissa oppure variabile, in maniera continuativa oppure una volta soltanto.

Quindi si tratta dell’applicazione di un’aliquota su determinati beni, non una tassa applicata perché si usufruisce di un servizio.

Parlando di patrimonio, non verrebbe applicata ai redditi da lavoro.

Analizziamo adesso alcune opzioni o quelle che sono le voci che si sentono maggiormente nelle ultime settimane.

Potrebbero aumentare le aliquote inerenti le imposte, che già paghiamo, per i soldi che deteniamo sui conti correnti oppure la tassazione sui guadagni ottenuti sugli strumenti finanziari.

Sono molti anni che sentiamo parlare dell’adeguamento delle rendite catastali, questo comporterebbe un aumento delle imposte sugli immobili e maggior introiti per lo Stato.

L’unione Europea ci sta sollecitando, da tempo, di rivedere le aliquote sulle imposte di successione e di donazione. Ricordiamo che siamo il paese con le aliquote più basse di tutta l’Unione.

Se poi ci ricolleghiamo all’episodio del 25 Novembre 2019 intitolato “La giapponizzazione dell’Europa”,  dove spiego la situazione del Giappone in merito al loro debito pubblico, potrebbero essere emessi Titoli di Stato sottoscrivibili esclusivamente dai risparmiatori italiani.
In modo che il debito rimarrebbe in “casa”.
Ipotesi molto difficile in quanto andrebbe ad aumentare il debito pubblico, innescando una spirale abbastanza contorta, in quanto facciamo parte dell’Unione Europea e dobbiamo rispettare determinati parametri.

L’ipotesi del prelievo forzoso, in passato avvenuto durante il governo Amato tra il 9 e 10 Luglio 1992 con un prelievo dello 0,60% sui depositi detenuti sui conti correnti dagli italiani.
La considero come ultima spiaggia e decisamente poco probabile. Sia per la difficoltà nell’attuarlo, sia per le conseguenze che potrebbero esserci.

Queste sono alcune ipotesi che però non siamo in grado, in questo momento, di sapere quelle verranno prese in considerazione.

Sappiamo che qualcosa dovrà accadere e che dobbiamo accettarla, anche se a malincuore.
Però se siamo arrivati a questo punto, indipendentemente dal Covid-19, significa che i nostri governanti negli ultimi 30-40 anni, non sono stati particolarmente bravi.

Manteniamo la calma e non facciamoci prendere dal panico da tutte le notizie che sentiamo quotidianamente, è un problema che dobbiamo affrontare e risolvere.
Indipendentemente dall’opzione che verrà attuata.

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