Quando sentiamo il termine inflazione, significa che stiamo attraversando un periodo di tempo dove c’è un aumento generale dei prezzi di beni e servizi.
Questo significa che avrò la necessità di maggior soldi per comperare gli stessi beni e servizi che acquistavo precedentemente.
Il termine non va considerato soltanto come negativo, perché se il mercato oppure i soggetti economici prevedono un aumento inflazionistico, possono porre i rimedi per contrastarlo.
Nei paesi maggiormente sviluppati è considerato positivo un leggero aumento dell’inflazione annuale, corrisposto ad un adeguamento dei salari.
L’aumento dell’inflazione, se non prevista, comporta un impatto negativo a chi ha uno stipendio fisso, in quanto si perde potere di acquisto perché i salari non si adeguano all’aumento dei prezzi, oppure per uno Stato può incidere sulla competitività verso gli altri paesi.
In queste fasi d’incertezza, può spingere le aziende oppure i consumatori a spendere meno.
Quindi si trova maggiormente avvantaggiato chi ha una posizione debitoria perché non aumentato i prezzi e il suo poter d’acquisto rimane immutato.
Per quanto riguarda l’Italia il calcolo dell’inflazione, da parte dell’Istat, viene effettuato tramite un cosiddetto “paniere” di beni e servizi.
All’interno di questo paniere, che viene revisionato periodicamente, troviamo beni che variano a seconda delle abitudini della popolazione del nostro paese.
Quando invece sentiamo il termine stagflazione, significa che siamo in una situazione di aumento generalizzato dei prezzi, collegati ad una mancanza di crescita economica
Questa è la situazione peggiore.
Stagflazione = stagnazione economica + inflazione
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I mercati “toro” nascono nel pessimismo, crescono con lo scetticismo, maturano nell’ottimismo e muoiono nell’euforia. Il periodo di massimo pessimismo è il migliore per comprare ed il periodo di massimo ottimismo è il migliore per vendere.
John Templeton