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Libra – la criptovaluta di Facebook

In questa settimana abbiamo sentito parlare molto di Libra, la criptovaluta di Facebook che entrerà in funzione nel 2020, basata sulla tecnologia Blockchain.

Nei membri del consorzio troviamo anche MasterCard, Visa, PayPal, Uber, eBay, Spotify, Vodafone e altri 15, con l’obiettivo di arrivare a 100 membri.

Il nome prende riferimento dalla Bilancia, considerato un simbolo universale, oltre a quello zodiacale, della giustizia.
La libbra era un’antica unità romana del peso, libre in francese significa libero.
Riepilogando, libertà, giustizia e denaro. Come è stato dichiarato da David Marcus, ex dirigente PayPal, che segue il progetto Libra per Facebook.

Libra sarà un nuovo sistema di pagamento per scambiarsi denaro, all’interno delle applicazioni Messenger, Whatsapp e una App specifica dedicata che verrà sviluppata per questo tipo di attività.

Sarà una stablecoin, ancorata a titoli di Stato e depositi bancari in valute controllate da banche centrali stabili e affidabili.
Questo per avere stabilità, cercando di evitare speculazione e inflazione.

Per mantenere stabilità e correttezza, verranno fatti accordi con le autorità bancarie per poter evitare il riciclaggio di denaro e ulteriori reati finanziari.

Per poter spendere e conservare questa criptovaluta ci sarà bisogno di un’app wallet che, per Libra, si chiamerà Calibra. Il tutto gestito da Facebook.

Questo permetterà, soprattutto per i piccoli trasferimenti di denaro nel mondo, di non convertirli nelle valute locali, con i costi e la variabilità che ne consegue.

Oltre al fatto che più del 20% della popolazione mondiale non possiede un conto corrente o qualcosa di simile, ma probabilmente possiede uno smartphone.

Zuckerberg, con questa nuova criptovaluta, ha una visione futuristica, ma che andrà incontro alle esigenze delle giovani e prossime generazioni per trarne profitto, forse non nell’immediato, considerando che dovrà sovvenzionare il sistema di tasca propria.

Ma guardiamo un po’ più lontano, gli esercenti non potrebbero usare questo metodo evitando i costi delle transazioni attuali, spendendo meno?
Far soldi con i social, semplificando i pagamenti?
Con questo bacino di utenza, offrire successivamente servizi finanziari aggiuntivi?

In questo momento non ci possono essere risposte a queste domande, è presto per dirlo.
Probabilmente sarà l’inizio di una nuova strada da percorrere.
Almeno che il tutto non venga bloccato prima dai vari governi. La posta in gioco è alta.

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Vendi, guadagna e pentiti.
Anonimo

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