Il mercato automotive è stato fino a pochi anni fa un settore cruciale per l’economia globale ma soprattutto occidentale. Adesso, con l’avvento della sostenibilità negli ultimi anni e gli obiettivi teorici sia a livelli aziendali che istituzionali, vediamo la situazione.
Come sappiamo già da qualche anno, l’Unione Europea ha imposto il divieto di vendita di auto a combustione interna dal 2035, una mossa che ha obbligato i costruttori a provare a spostare rapidamente la loro produzione verso l’elettrico.
Anche negli Stati Uniti, l’amministrazione Biden ha introdotto politiche simili con l’obiettivo di arrivare al 50% di auto elettriche vendute entro il 2030. Pur con il dubbio di un possibile cambio di governance a riguardo dopo le imminenti elezioni.
In Italia invece, lo scorso mese il mercato automobilistico ha registrato una significativa contrazione. Secondo i dati ufficiali forniti dall’Unione Nazionale Rappresentanti Autoveicoli Esteri e dal Ministero dei Trasporti, le immatricolazioni di nuove autovetture sono state 121.666 unità nel mese, segnando un calo del 10,7% rispetto alle 136.316 unità dello stesso periodo del 2023.
La pandemia di COVID-19 ha colpito duramente il mercato, che non ha più raggiunto i livelli precedenti il 2020 con una drastica riduzione delle vendite e interruzioni nella catena di approvvigionamento che continuano a farsi sentire.
Uno degli impatti più evidenti è stata la carenza di semiconduttori, componenti essenziali per la produzione di automobili moderne. Questa crisi ha costretto molti produttori a ridurre la produzione o ritardare il lancio di nuovi modelli, influenzando negativamente i risultati finanziari.
Parallelamente alla transizione verso l’elettrico, un altro fattore chiave che sta trasformando l’industria automobilistica è l’innovazione tecnologica. Le auto moderne non sono più semplici mezzi di trasporto, ma veri e propri “computer su ruote”. La connettività e l’integrazione di sistemi avanzati di assistenza alla guida sono ormai un elemento standard nei nuovi modelli.
La guida autonoma rappresenta uno degli sviluppi più attesi. Sebbene il livello di autonomia completa sia ancora lontano, molti produttori stanno investendo in tecnologie per arrivare almeno a un livello 3, in cui l’auto può gestire la maggior parte delle situazioni di guida senza l’intervento umano.
Tesla, Waymo e altre aziende tech stanno spingendo l’acceleratore in questa direzione, mentre le case automobilistiche tradizionali stanno cercando di recuperare terreno.
Ma ci sono ancora molte questioni aperte, in particolare riguardo alla sicurezza e alla regolamentazione. Gli incidenti che coinvolgono auto semi-autonome hanno sollevato interrogativi sull’affidabilità di questi sistemi e su chi debba essere ritenuto responsabile in caso di malfunzionamenti.
Nel 2022 e 2023 le tensioni geopolitiche, in particolare la guerra in Ucraina, hanno ulteriormente complicato il quadro. L’Europa è stata particolarmente colpita, poiché una parte significativa delle materie prime collegate alla produzione di automobili proviene dalla Russia e da suoi Stati alleati come la Cina. Le sanzioni economiche verso il Cremlino e la difficoltà di approvvigionamento hanno fatto aumentare i costi di produzione, con un impatto diretto sui prezzi al consumo.
Questo trend negativo segue la flessione già osservata in tutto l’anno, con un calo del 2,1% rispetto all’anno scorso, indicando una preoccupante tendenza al ribasso nel settore automobilistico nazionale.
Se guardiamo ai veicoli in particolare, il più venduto lo scorso mese rimane la classica Fiat Panda, in versione ibrida con circa 7000 auto, seguita dalla Dacia Sandero e la Jeep Avenger, entrambe ben distanti dal veicolo italiano.
Nonostante la leadership nel mercato italiano con 29.489 autovetture immatricolate, il gruppo Stellantis in generale ha subito un calo vertiginoso del 33,9% rispetto a settembre 2023. Tutti i marchi del gruppo hanno registrato una diminuzione delle vendite, con Fiat che ha visto una contrazione del 43,74%, scendendo al terzo posto tra i marchi più venduti in Italia. Al contrario, Volkswagen ha conquistato la prima posizione con 9.742 immatricolazioni fra tutte le auto, seguita da Toyota con 9.704 unità.
Alcuni marchi hanno invece mostrato performance positive nonostante il contesto sfavorevole. Tesla ha raddoppiato le vendite nel mese, immatricolando 1.949 vetture e segnando una crescita del 115,12%. Anche il marchio cinese BYD ha registrato una crescita a tripla cifra con 235 auto immatricolate. Certo un numero relativamente basso, ma che la dice lunga sull’ascesa dei marchi di Pechino nell’elettrico.
Il mercato automotive globale si trova di fronte a un periodo di grandi sfide ma anche di enormi opportunità. La transizione verso l’elettrico, l’innovazione tecnologica e la crescente attenzione alla sostenibilità stanno spingendo l’industria verso un futuro molto diverso da quello a cui siamo stati abituati.
La vera domanda è: quali aziende riusciranno a cogliere al meglio queste opportunità e a emergere come leader in questo nuovo panorama? Solo il tempo lo dirà.
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La citazione di oggi è la seguente:
Ogni buona automobile dovrebbe durare quanto un buon orologio.
Henry Ford