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Le disuguaglianze economiche a livello mondiale

Secondo il World Inequality Report del 2022 sono ulteriormente aumentate le disuguaglianze economiche a livello mondiale.

Report che analizza la disuguaglianza tra ricchezza globale, reddito, genere e disuguaglianza ecologica.

I paesi più facoltosi sono riusciti a frenare queste disuguaglianze tramite interventi da parte dei governi, cosa che non è avvenuta nei paesi più poveri dove le disuguaglianze sono ulteriormente aumentate.

Come dichiarato da Lucas Chancel nel report: “la disuguaglianza è sempre una scelta politica e la crisi del COVID ha esasperato le disuguaglianze tra i più ricchi e il resto della popolazione. Eppure, nei paesi ricchi, l’intervento del governo ha impedito un massiccio aumento della povertà, cosa che non è avvenuta nei paesi poveri. Questo dimostra l’importanza degli stati sociali nella lotta alla povertà. La disuguaglianza economica globale alimenta la crisi ecologica e rende molto più difficile affrontarla. È difficile vedere come possiamo accelerare gli sforzi per affrontare il cambiamento climatico senza una maggiore ridistribuzione del reddito e della ricchezza”.

Analizzando quanto riportato vediamo che il Medio Oriente e il nord Africa sono le regioni più disuguali al mondo, mentre l’Europa ha i livelli più bassi di disuguaglianza.

Le nazioni sono più ricche, ma i governi più poveri causa gli esborsi che hanno sostenuto causa l’impatto della pandemia.

La disuguaglianza riguarda anche la ricchezza all’interno dei singoli paesi, l’aumento della ricchezza privata è stato diseguale all’interno dei paesi a livello mondiale.

Le disuguaglianze di ricchezza sono aumentate al vertice della distribuzione. I multimilionari globali hanno catturato una quota elevata della crescita della ricchezza globale negli ultimi decenni: l’1% più ricco della popolazione ha preso il 38% di tutta la ricchezza aggiuntiva accumulata dalla metà degli anni ’90, mentre il 50% più povero ne ha ottenuto solo il 2%.

Globalmente il 10% della popolazione più ricca detiene il 76% della ricchezza complessiva.

Le disuguaglianze di genere rimangono considerevoli a livello globale e i progressi all’interno dei paesi sono troppo lenti.

Nel report vengono evidenziate anche le disuguaglianze ecologiche, che non sono solo una questione di paesi ricchi e poveri.

Secondo una ricerca di Worldsrichestcountries.com i 10 paesi più ricchi del mondo, a livello di PIL pro capite, sono:

  1. Lussemburgo;
  2. Irlanda;
  3. Singapore;
  4. Qatar;
  5. Svizzera;
  6. Emirati Arabi Uniti;
  7. Norvegia;
  8. Stati Uniti;
  9. Macao;
  10. Brunei.

A livello europeo l’Italia è al 18mo posto con un livello di PIL pro capite di circa 42.000€.

Se invece analizziamo quelle che sono le previsioni sugli scenari economici mondiali, nel 2050 al primo posto la Cina, seguita da India e Stati Uniti con molte nazioni europee che non rientreranno nelle primi dieci posizioni.

L’Italia addirittura fuori dai primi 20 paesi al mondo.

Questa analisi può farci capire che la globalizzazione ha portato soprattutto ad una concentrazione della ricchezza mondiale ma che, se vogliamo una crescita maggiormente sostenibile, la ricchezza deve avere una ripartizione più ampia.

Sicuramente la pandemia prima e la guerra in Ucraina adesso porteranno ad una variazione per quanto riguarda le economie a livello mondiale.

Basti pensare a quello che riguarda l’approvvigionamento di materie prime, paesi fino ad ora considerati secondari diventeranno maggiori fornitori e questo porterà ad un aumento della ricchezza dello stesso paese.

Purtroppo in Italia abbiamo dimostrato di non essere lungimiranti, ma sempre troppo dipendenti dagli altri.

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George Soros

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