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La procedura di infrazione dell’Unione Europea. Cosa significa e quali sono le conseguenze per gli Stati coinvolti

Oggi parliamo di uno strumento fondamentale affinché l’Unione Europea garantisca che gli Stati membri rispettino le normative e i trattati europei, la procedura d’infrazione, ovvero un processo formale che può avere conseguenze significative per i paesi che non aderiscono alle regole stabilite.

Per prima cosa, che cos’è questa procedura più nei dettagli? Si tratta di un meccanismo legale utilizzato dalla Commissione Europea per assicurare che gli Stati membri dell’UE ne rispettino il diritto. Quando un paese non adempie alle sue obbligazioni previste dai trattati o dalla legislazione comunitaria, la Commissione può avviare questa procedura per risolvere la situazione.

La procedura di infrazione si articola in diverse fasi: una fase preliminare, dove la Commissione invia una lettera allo Stato membro in cui segnala la presunta violazione e chiede informazioni e chiarimenti. Il paese ha generalmente due mesi per rispondere.

Se la risposta dello Stato non è soddisfacente o se non risponde affatto, la Commissione emette un “parere motivato”, un documento formale che spiega perché considera lo Stato in violazione delle norme UE. Anche in questo caso, lo Stato ha due mesi per conformarsi.

Se lo Stato membro non rispetta il parere motivato, la Commissione può decidere di portare il caso davanti alla Corte di Giustizia dell’Unione Europea, la quale può emettere una sentenza vincolante che obbliga lo Stato membro a conformarsi.

In caso di non conformazioni alla sentenza della Corte, la Commissione Europea può chiedere alla Corte di imporre sanzioni finanziarie, che possono includere ammende giornaliere fino a quando lo Stato non si conforma.

L’Italia è stata coinvolta in diverse procedure di infrazione nel corso degli anni. Le conseguenze di una procedura di infrazione possono essere significative. In primis, lo Stato può essere soggetto a multe consistenti che possono pesare sul bilancio pubblico.

Oltre a ciò, l’impatto della sanzione è anche di natura reputazionale: essere soggetti a una procedura di infrazione può danneggiare la visione del paese all’interno dell’UE e influenzare negativamente le relazioni con altri Stati membri.

Lo Stato coinvolto deve spesso modificare leggi e regolamenti per conformarsi alle normative UE, il che può comportare un processo legislativo complesso e dispendioso.

L’Italia non è l’unico paese ad affrontare procedure di infrazione. Altri Stati membri che frequentemente non rispettano le normative UE includono la Spagna, spesso coinvolta in questioni ambientali e di concorrenza; Polonia e Ungheria, che hanno affrontato numerose procedure legate a questioni di stato di diritto e diritti umani; la Francia, anch’essa più volte sanzionata per questioni ambientali e agricole.

Queste sanzioni, per quanto scomode da affrontare, sono uno strumento essenziale per garantire il rispetto delle norme comunitarie da parte degli Stati membri. Questo meccanismo non solo protegge i diritti e gli interessi dei cittadini europei, ma ha come obiettivo quello di assicurare anche un funzionamento armonioso e coerente dell’UE.

L’evento più recente collegato ad esse è della scorsa settimana, quando Italia, Francia, Belgio, Ungheria, Malta, Polonia e Slovacchia hanno visto attivarsi una procedura d’infrazione nei loro confronti per deficit eccessivo.

In Italia, ha spiegato l’Ue in una nota, “permangono vulnerabilità legate all’elevato debito pubblico e alla debole crescita della produttività in un contesto di fragilità del mercato del lavoro e alcune debolezze residue nel settore finanziario”.

Secondo i dati Eurostat di fine 2023 sono undici i paesi dell’Unione che stanno superando il 3% di disavanzo e il 60% di rapporto debito/PIL. Con Roma che era al primo posto con un alto 7,4%, complice la spesa alta, con previsioni che, a politiche invariate, farebbero scendere il deficit al 4,4% quest’anno per poi risalire leggermente al 4,7% nel 2025.

Il ministro dell’Economia italiano Giancarlo Giorgetti non ha accolto la notizia della procedura con sorpresa, dichiarando che “La procedura di infrazione non è una notizia, era ampiamente prevista. D’altronde con il boom di deficit indotto dalle misure eccezionali non potevamo certo pensare di stare sotto il 3%.” Aggiungendo che “abbiamo un percorso, avviato dall’inizio del governo, di responsabilità della finanza pubblica sostenibile.”

Sarà il futuro a dirci se la metodologia adottata dal Governo trarrà i risultati sperati, per adesso ci limitiamo a osservare quanto già accaduto. Capire come funziona il sistema di infrazioni europeo e quali sono le sue implicazioni è fondamentale per comprendere meglio il ruolo dell’Unione Europea nella nostra vita quotidiana.

Per maggiori informazioni sulla procedura di infrazione, si possono consultare le seguenti risorse:

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