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La previdenza complementare come bussola per gli investitori

Il sistema previdenziale è da sempre una tematica delicata e complessa che riguarda ognuno di noi. Nel contesto italiano, l’evoluzione del sistema pensionistico ha seguito un percorso tortuoso, ponendo il Paese di fronte a sfide notevoli. Affrontare la questione della previdenza complementare, dunque, si rivela essenziale per chiunque voglia garantirsi una vecchiaia serena e senza eccessive preoccupazioni finanziarie. Vediamo dunque come analizzare questa realtà, e quali consigli possono essere utili.

Il sistema italiano vede le sue radici risalire alla fine dell’800, con l’introduzione del primo vero sistema di previdenza sociale. Ma sin dalla nascita della Repubblica, il Paese ha dovuto fare i conti con una serie di riforme volte a rispondere alle esigenze di una popolazione in costante invecchiamento e con bassa crescita demografica.

Le riforme del sistema pensionistico, iniziando dalla legge Amato del 1992, hanno introdotto gradualmente un meccanismo di calcolo contributivo, in sostituzione del precedente metodo retributivo. Questo ha comportato una diminuzione nel valore delle pensioni future, mettendo in luce la necessità di pensare a forme di previdenza complementare.

Le difficoltà dell’attuale sistema pensionistico derivano da vari fattori. Primo fra tutti, l’aumento della speranza di vita ha allungato il periodo di erogazione delle pensioni, mettendo sotto pressione le finanze pubbliche. A ciò si aggiunge il problema della bassa natalità, che riduce il numero di lavoratori attivi contribuenti al sistema. Infine, le crisi economiche di questo millennio hanno accentuato le difficoltà, aumentando la pressione sul sistema previdenziale.

La previdenza complementare, quindi, diventa oggi uno strumento fondamentale per garantire un reddito adeguato nel periodo della pensione, oltre a quanto ci verrà dato dallo Stato al termine dei nostri anni di lavoro. Consiste in piani di risparmio volontario, che si aggiungono alla pensione obbligatoria. Questi possono essere individuali (i cosiddetti PIP, piani individuali pensionistici) o collettivi (fondi pensione di categoria o aziendali).

Compensare la differenza tra l’ultimo reddito da lavoro e la pensione percepita diventa fondamentale per cercare di mantenere il proprio standard di vita.

Riguardo questa forma di previdenza, i consigli da poter dare sono molti:

  1. Comincia presto: Il primo consiglio è di iniziare il più presto possibile a contribuire a un fondo di previdenza complementare. Questo perché il rendimento di questi fondi è legato al tempo: più tempo il tuo denaro rimane investito, più ha la possibilità di crescere.
  2. Diversifica: è sempre importante diversificare gli investimenti, anche in questo caso. Questo può includere una combinazione di strumenti a basso rischio (come i fondi a reddito fisso) e a medio-alto rischio (come i fondi azionari o immobiliari).
  3. Sii costante: è importante mantenere la costanza nel versamento dei contributi. Anche piccoli importi, se versati regolarmente, possono fare la differenza nel lungo termine.
  4. Monitora il fondo costantemente: tenere sempre sotto controllo il rendimento del proprio fondo è fondamentale. È importante confrontarsi periodicamente con il proprio consulente finanziario per valutare eventuali aggiustamenti.
  5. Stai attento alle spese: i fondi pensione hanno dei costi di gestione che possono incidere sul rendimento finale. È quindi importante scegliere un fondo che abbia costi di gestione contenuti.
  6. Prevedi un Fondo di Emergenza: prima di investire in un fondo pensione, è importante averne anche uno di emergenza. Questo fondo dovrebbe coprire almeno 3-6 mesi di spese correnti, per far fronte a eventuali imprevisti.
  7. Sfrutta le Agevolazioni Fiscali: i contributi ai fondi pensione sono deducinili dal reddito imponibile, un vantaggio non trascurabile.

In conclusione, la previdenza complementare rappresenta un tema cruciale per la sicurezza finanziaria del futuro. Con una pianificazione attenta e una strategia di investimento saggia, è possibile affrontare la vecchiaia con tranquillità, compensando efficacemente la differenza tra l’ultimo reddito e la pensione percepita.

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Rita Levi-Montalcini

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