Parliamo dei giovani, quegli individui facenti parte della cosiddetta Generazione Z, nati fra la fine degli anni ’90 e l’inizio del nuovo millennio. Nonostante la loro età relativamente giovane, i suoi membri hanno già dimostrato di avere una forte influenza sui comportamenti di acquisto e sulle preferenze del mercato mentre in termini di finanza e investimenti hanno dimostrato di avere alcune priorità uniche rispetto alle generazioni precedenti.
Nell’ambito bancario, secondo uno studio di Everly, la Generazione Z ha sviluppato una spiccata inclinazione verso il mobile banking e le tecnologie finanziarie in generale. I membri di questa generazione sono i primi a essere cresciuti con gli smartphone e internet a portata di mano, quindi sono più propensi ad utilizzare applicazioni e servizi fintech rispetto alle generazioni precedenti. Infatti, negli ultimi 5 anni circa abbiamo assistito alla nascita di varie app di pagamento tramite smartphone come Satispay, ApplePay e Google Pay, che non sempre necessitano il passaggio tramite un conto presente in una istituzione bancaria per consentire il passaggio di soldi, effettuando quello che viene chiamato pagamento “fra pari” o, secondo l’acronimo inglese, “P2P” (sia “peer-to-peer” che “person-to-person”. Rispettivamente “da pari a pari” e “da persona a persona”).
Secondo lo studio citato in precedenza, questa generazione è interessata anche a tutto quello che riguarda gli investimenti sostenibili e socialmente responsabili. Più delle generazioni precedenti, molti giovani sono preoccupati per il cambiamento climatico, la povertà, l’uguaglianza e la giustizia sociale, e vogliono che le loro azioni finanziarie riflettano questi valori. In particolare preferiscono investire in aziende che seguono pratiche sostenibili, hanno un forte impegno sociale e sono trasparenti per quanto riguarda le loro attività.
Rimanendo collegati al mondo online e di internet, la Generazione Z ha anche dimostrato di seguire con interesse il mondo delle criptovalute e l’investimento in esse. Pur trattandosi di un universo non regolamentato e soggetto a molti rischi, come quello di finire in uno schema Ponzi, questa generazione sembra interessata alla maggior parte di quello che concerne gli investimenti nuovi e effettuati tramite piattaforme esterne, rispetto alle istituzioni bancarie che utilizziamo da molto più tempo rispetto ai portali che si occupano del commercio delle cripto.
A conferma di ciò, secondo un sondaggio di Investopedia, effettuato negli Stati Uniti l’anno scorso su 4000 adulti complessivi di tutte le generazioni fra i 18 e i 76 anni, gli intervistati fra i 18 e i 25 anni vedono in esse l’investimento dal quale possono avere un ritorno maggiore, infatti:
– il 25% punta sulle criptovalute;
– il 20% sulle azioni;
– l’11% sui fondi comuni d’investimento;
– il 9% sugli NFT;
– l’8% sull’ambito immobiliare.
Un ulteriore aspetto interessante è il fatto che la Generazione Z sia stata l’unica che ha posto gli NFT nei primi 5 investimenti dal maggior ritorno. Mentre nessuna delle altre li ha posti nelle posizioni primarie. A dimostrazione di un interesse e forse una fiducia maggiore verso il mondo online.
Tuttavia, le ultime falle nel settore hanno mostrato come gli NFT non siano un investimento finanziario, considerando la tanta speculazione che avviene in questi settori non regolamentati in cui le nuove generazioni cercano un guadagno facile con cui fare fortuna, correndo anche molti rischi a causa, appunto, della speculazione che può far oscillare i prezzi enormemente.
Lo stesso sondaggio ha portato altre interessanti statistiche, stavolta per quel che concerne le competenze da apprendere relative al mondo finanziario. Infatti mostra come i giovani siano interessati anche ad aspetti pragmatici. Considerando che ogni persona interpellata ha potuto menzionare più di una capacità:
– il 34% degli intervistati ha parlato dell’importanza di saper calcolare le proprie tasse da pagare;
– il 31% vuole imparare a ridurre i propri debiti;
– il 30% vuole cercare di risparmiare soldi per la pensione;
– il 30% vuole migliorare il proprio scoring di credito.
Una tale percentuale riguardo l’assolvimento dei propri debiti è probabilmente spiegabile con il fatto che negli Stati Uniti un problema molto frequente è tutto ciò che riguarda i prestiti chiesti dai giovani per poter andare all’università o al college, data generalmente la differenza di prezzo rispetto all’Europa per quanto riguarda lo studio universitario. Mentre gli altri aspetti sono spiegabili in una visione e una generale preferenza per il lavoro autonomo e l’imprenditorialità. Infatti, molti membri della Generazione Z non vogliono dipendere da un lavoro tradizionale, preferendo invece costruire i propri progetti creativi e innovativi, cercando di realizzare i propri sogni e progetti. Questo atteggiamento è probabilmente influenzato dal fatto che questa generazione è cresciuta in un’era in cui l’economia dei lavoratori autonomi è diventata sempre più prevalente e potenzialmente di successo. Oltre al fatto che, soprattutto oltreoceano e per ragioni anche di natura culturale, l’idea del “sogno americano” da realizzare è più che mai presente, dopo che la pandemia ha stravolto e rivoluzionato l’intero settore lavorativo.
Considerando le crisi e i cambiamenti che questa età ha vissuto e il futuro che molte persone di altre generazioni annunciano come nero, è interessante il fatto che le persone della Generazione Z sembrino aver generalmente optato per un approccio più propositivo e innovativo. Infatti l’interesse verso il fintech, le forme online di compravendita e di pagamento e la voglia di lasciare un impatto sia nell’economia che nella società in generale stanno cambiando molto gli investimenti, così come il mercato delle vendite e di come le aziende si presentano da un punto di vista commerciale e sociale.
Sicuramente le generazioni precedenti devono fare un mea culpa, per aver creato una società basata sul consumismo estremo e che ha insegnato ai giovani la ricerca del guadagno facile, non la pianificazione a lungo termine. Dall’altro lato della medaglia, la Generazione Z sta mostrando una propensione all’imprenditorialità più che positiva; così come il dare la priorità alla qualità del proprio lavoro, a discapito della ricerca cieca di un posto sicuro e fisso ad ogni costo.
Per chi vuole acquistare i libri, il cui ricavato andrà totalmente a favore dell’associazione Dravet Italia:
https://www.amazon.it/kindle-dbs/entity/author/B08FF1ZFV9
La Generazione Z ha tantissime qualità, grandissimi talenti, purtroppo, troppo spesso, soffocati da una grande fragilità dovuta soprattutto alle fragilità degli adulti. […] Noi adulti siamo bravi a fare di tutta l’erba un fascio, quando vediamo un gruppo di ragazzi che si comportano male, tendiamo a condannare l’intera categoria dei giovani, quando, in realtà, dovremmo, invece, valorizzare i talenti e ce ne sono tanti.
Andrea Maggi