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Inflazione, crescita, dubbi, cosa sta accadendo sui mercati?

In questo inizio anno, dopo una fase inziale positiva, i mercati hanno iniziato a scendere e pochi asset finanziario hanno mantenuto un valore positivo.

Soltanto le materie prime sia quelle relative all’energia, che quelle agricole con il segno più.

Tutte le principali borse mondiali, ad eccezione di Hong Kong, India e Brasile, sono in negativo.

Con il mercato americano maggiormente penalizzato, il Nasdaq ha un calo superiore al 10%.

Il rendimento dei titoli governativi in rialzo, ad eccezione della Cina, che ha portato al calo delle obbligazioni a tasso fisso in Europa e Stati Uniti.

Euro in calo contro le maggiori valute.

Come detto in deciso rialzo il prezzo delle materie prime, soprattutto quelle legate all’energia ma anche quelle agricole.

Quest’ultimo fattore è uno dei principali che determina l’aumento dell’inflazione, in maniera decisamente sensibile, e di conseguenza il costo delle bollette e dei beni alimentari.

Di conseguenza le persone diminuiscono i consumi per poter compensare il “caro vita”.

In queste fasi, tornano dubbi e paure nell’investire.

Analizziamo i vari aspetti.

L’inflazione sta salendo e il nostro potere d’acquisto, se non facciamo crescere i nostri redditi o i nostri risparmi, diminuisce.

Da più parti si analizza come un evento transitorio e nei prossimi mesi dovrebbe stabilizzarsi, con una crescita moderata nei prossimi anni.

Abbiamo vissuto gli ultimi 10-15 anni con inflazione e crescita economica pari a zero, di conseguenza non ci siamo preoccupati più di tanto di far crescere il nostro patrimonio.

Il potere d’acquisto rimaneva immutato generando una visione miope su come investire, in questo mi riferisco principalmente all’Italia.

La prospettiva di un rialzo tassi, specialmente negli Stati Uniti ha penalizzato il prezzo delle obbligazioni.

In maniera più moderata in Europa, dove non ci si aspetta un rialzo dei tassi da parte della BCE non prima del 2023.

In Italia anche a causa un leggero rialzo dello spread, titoli di Stato in flessione. Dobbiamo dire che in parte influenza quello che sarà il risultato delle elezioni del Presidente della Repubblica.

La variante Omicron, con l’aumento delle restrizioni, sta condizionando la ripresa che ci si aspettava e che incide sulla quotazione dei titoli azionari.

I settori più penalizzati, tecnologia.

La tendenza di un rialzo dei tassi penalizza maggiormente le aziende a piccola e media capitalizzazione, a scapito di quelle a larga. Con una preferenza dei titoli value, rispetto ai growth.

Quindi vi domanderete, cosa dobbiamo fare?

Non perdere di vista il nostro orizzonte temporale con l’obiettivo di valorizzare l’investimento per combattere l’inflazione e mantenere il nostro potere d’acquisto invariato.

Investimenti obbligazionari anche in paesi al di fuori dell’Europa e degli Stati Uniti, dove possono esserci maggiori opportunità. Con prudenza e come componente marginale del portafoglio.

Nelle fasi di storni sensibili valutare un eventuale riposizionamento su settori o mercati maggiormente penalizzati, privilegiando il concetto dell’accumulazione graduale.

Quest’anno ci dobbiamo comunque abituare a una volatilità maggiore del 2021.

Ma la cosa più importante, analizzare tutti i fattori in maniera ragionevole, non farsi prendere dal panico e da quello che chiamo “l’effetto telegiornale”.

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William Gann

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