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Il punto della situazione sull’Euro digitale

Oggi parliamo di un argomento molto attuale e importante: l’introduzione dell‘euro digitale da parte della Banca Centrale Europea, di cui già parlammo sin dalle prime voci riguardanti una sua creazione ed introduzione, ormai quasi tre anni e mezzo fa.

Tuttavia, ricordiamo di cosa stiamo esattamente parlando. L’euro digitale mira ad essere una versione elettronica della valuta che già conosciamo e utilizziamo ogni giorno, ma con alcune differenze fondamentali.

Intanto l’obiettivo non è di sostituire il contante, ma di affiancarlo. Sarà emesso e garantito da un’istituzione pubblica quale è la BCE, diversamente dalle criptovalute come Bitcoin, che sono private e sono storicamente più volatili.

L’obiettivo principale di questa valuta è rendere i pagamenti digitali più simili a quelli in contante, soprattutto per quanto riguarda la privacy. All’Eurotower vogliono assicurarsi che, anche quando paghiamo offline, i dettagli delle transazioni rimangano privati, conosciuti solo da chi paga e da chi riceve il pagamento. L’euro digitale vuole replicare questa esperienza.

Uno dei punti salienti del rapporto pubblicato una settimana fa è la possibilità di poter fare acquisti senza essere connessi a internet, utilizzando il nostro conto digitale in euro. Basterà caricare il conto tramite Internet o un bancomat e poi potremo pagare utilizzando dispositivi come il telefono o una carta, anche senza connessione.

Per garantire la stabilità finanziaria, la BCE sta considerando dei limiti alla quantità di euro digitali che ogni persona può detenere. Questo è importante per evitare che l’euro digitale crei squilibri nel sistema finanziario. Oltre a ciò, con questa valuta digitale non sarà possibile guadagnare interessi, un altro punto pensato per mantenere la stabilità.

L’istituzione europea sta ancora lavorando per creare regole e procedure che standardizzino i pagamenti digitali in tutta l’Eurozona, con l’idea di avere queste pronte entro la fine di quest’anno. Si tratta di un passo fondamentale per garantire che l’euro digitale possa essere utilizzato senza problemi in tutti gli Stati europei.

Piero Cipollone, membro italiano del Comitato esecutivo, ha spiegato che questa novità vuole offrire ai consumatori una scelta in più, ovvero decidere se usare il contante, i pagamenti digitali tradizionali o l’euro digitale, a seconda delle esigenze. L’idea è far sì che questo aumenti la concorrenza e semplifichi molti pagamenti in tutta l’Eurozona.

Rendere i pagamenti digitali simili a quelli in contante e, allo stesso tempo, tutelare la privacy è una mossa che mira a rassicurare chi teme che i pagamenti elettronici possano essere usati per il controllo. Questo progetto della BCE vuole mantenere il controllo delle banche centrali sulla moneta, proteggendosi dall’ascesa delle criptovalute private e adeguandosi ai cambiamenti del sistema finanziario globale.

Come ha detto Paolo Gentiloni, Commissario europeo all’Economia, “Anche in un mondo digitale, abbiamo bisogno di una moneta basata sulla sovranità delle banche centrali.” L’euro digitale potrebbe trasformare l’Europa in un leader mondiale della finanza digitale, offrendo un vantaggio competitivo al nostro continente.

La BCE ha già annunciato che fornirà consulenza tecnica alle istituzioni europee durante le deliberazioni legislative che andranno avanti negli anni a venire, con l’obiettivo di prendere una decisione finale entro la fine del 2025.

Questo significa che la decisione finale sull’emissione dell’euro digitale sarà presa solo dopo l’adozione delle leggi necessarie. Inoltre, la sperimentazione dei bond digitali da parte della Cassa Depositi e Prestiti rappresenta un ulteriore passo avanti verso un futuro finanziario più innovativo e tecnologico.

L’effettiva implementazione di un euro digitale offline sui dispositivi mobili dipenderà in ultima analisi dai requisiti stabiliti per i produttori di apparecchiature e per i fornitori di servizi di comunicazione elettronica nel regolamento sulla valuta.
Questo potrebbe rappresentare una grande opportunità per modernizzare il nostro sistema finanziario, mantenendo però i principi fondamentali di privacy e stabilità.

Oltre a ciò, questo progetto già in cantiere da molti anni può essere un’altra ottima cartina di tornasole per verificare se l’Eurozona è davvero unita come dice di essere, considerando che troppo spesso alcuni Stati (Italia compresa) hanno preferito badare al proprio interesse ignorando la necessità di un’Eurozona (e di un’Unione Europea in generale) che sia unita verso il futuro.

Al momento, l’unico altro Stato o istituzione che sta sviluppando una valuta digitale è la Cina con il suo yuan digitale, ancora in corso di verifica, affiancato al renminbi, ovvero la valuta “standard” avente corso legale nel territorio della Repubblica Popolare.

Al di fuori di questo esempio, altre nazioni hanno annunciato l’interesse a sviluppare una cosiddetta CBDC, Central Bank Digital Currency, ovvero una valuta digitale emessa da una banca centrale. Ma per ora siamo ancora a quest’ultimo stadio, senza un vero percorso da intraprendere.

Quindi per l’Eurotower e i paesi dell’Eurozona è importante accelerare il passo per rendere realtà qualcosa nell’aria già in varie parti del mondo e compiere un altro passo vero la transizione digitale.

 

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Simeon Preston

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