Partendo dalla definizione dell’enciclopedia Treccani “Il private equity è un’operazione finanziaria di medio-lungo termine, posta in essere da investitori specializzati e finalizzata ad apportare capitale di rischio in una società (detta target), generalmente non quotata, in base a una valutazione positiva della sua attitudine alla crescita.”
Quindi parliamo di fondi che raccolgono somme di denaro da investitori interessati al relativo progetto d’investimento.
Solitamente c’è una cosiddetta fase di raccolta nel periodo iniziale.
Successivamente, dopo aver ricercato aziende con potenzialità elevate di crescita nel lungo periodo, si procede all’acquisto delle relative partecipazioni.
In poche parole, il denaro raccolto viene indirizzato all’acquisto di azioni di società non quotate o poco conosciute.
Durante la fase di permanenza del fondo di private equity, all’interno della società selezionata, viene fatto un controllo relativo alla gestione e all’andamento della società stessa.
Non è un investitore passivo, anzi vengono stabilite clausole di controllo e salvaguardia per mantenere l’obiettivo che riguarda la pianificazione dell’investimento e per fare in modo che tale investimento risulti remunerativo per i sottoscrittori delle quote del fondo, in un arco di tempo superiore ai 5 anni.
Una volta raggiunto l’obiettivo di crescita, inizia la fase d’uscita dall’investimento da parte del fondo, tramite la vendita delle azioni possedute.
Questa fase solitamente viene fatta gradualmente e può avvenire con la vendita delle azioni ad un’altra società, ad altri investitori, la vendita tramite la quotazione in borsa o il riacquisto di azioni da parte dei soci originari.
I fondi di private equity sono generalmente chiusi oppure è possibile l’adesione solo in determinati momenti.
Dopo una prima fase di raccolta l’investitore può eventualmente disinvestire la propria quota posseduta a determinate scadenze oppure al termine della durata del fondo. La durata media è di 10-12 anni.
In una prima fase, la liquidità raccolta viene indirizzata verso aziende ritenute più interessanti e che necessitano di supporto finanziario per crescere e svilupparsi.
La fase successiva è quella di gestione e sviluppo.
Se il fondo investe in società che sono nella fase di start up, allora si tratta di fondi di Venture Capital, cioè che investono in aziende non quotate e di nuova creazione, con progetti innovativi e ad alto potenziale di sviluppo.
Il fondo di private equity, come detto, non svolge solo la funzione di semplice finanziatore, ma anche un ruolo attivo all’interno dell’azienda, operativo e anche decisionale.
Inoltre l’apporto di liquidità di un private equity, in una società, rende anche la società stessa più interessante agli occhi del mercato.
Il leveraged buyout è la forma più comune utilizzata da un fondo di private equity, si tratta di acquisire completamente un’azienda per svilupparla e poi rivenderla.
Ma questo tipo d’investimento per chi è adatto?
Non certamente per chi è alla ricerca di un investimento di breve periodo e che eventualmente può avere la necessità di disporre di questa liquidità in un arco di tempo breve e per chi non è predisposto verso investimenti ad alto rischio. Questi fondi non sono quotati.
È adatto ad un investitore di medio-lungo periodo, che è alla ricerca di un ritorno diverso dal tradizionale acquisto di azioni già quotate sul mercato.
Quindi disponibile ad attendere l’eventuale crescita della società con un rischio più elevato in quanto si tratta di aziende che devono svilupparsi, però con possibilità di guadagno nettamente più elevate.
Ricordiamo che un fondo di private equity distribuisce su diverse società il capitale di rischio, proprio per il motivo appena descritto.
I limiti riguardano il tempo, la difficoltà nello smobilizzo delle quote e il relativo prezzo che non è determinato da una quotazione ufficiale. Ma da chi è disposto a subentrare.
Un fondo di private equity è utile e ben accolto da quelle società che sono alla ricerca di capitali che non sarebbero in grado di raccogliere mediante i canali tradizionali.
Aziende in fase di start up, in fase di ristrutturazione e riorganizzazione che possono finanziarsi a tassi più bassi del mercato.
Un investimento che può essere preso in considerazione valutando attentamente quanto descritto e con una componente satellite del nostro portafoglio.
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La politica ha grandi colpe, ma altrettante ne ha la grande impresa e la finanza che ha spesso manovrato la politica.
Diego Della Valle