Torniamo a parlare d’inflazione, un po’ in tutto il mondo i dati macroeconomici ne fanno intravedere un rialzo.
Spieghiamo nuovamente il concetto e come si forma.
Quando sentiamo il termine inflazione, significa che stiamo attraversando un periodo di tempo dove c’è un aumento generale dei prezzi di beni e servizi.
Questo significa che avrò la necessità di maggior soldi per comperare gli stessi beni e servizi che acquistavo precedentemente.
Dopo una fase di stagnazione e crollo dei dati economici, come è avvenuto nel corso dell’ultimo anno causa Covid-19, si inizia a intravedere una fase di crescita.
Ciò non è altro che il processo del ciclo economico.
In questa fase si creano nuovamente posti di lavoro e crescita dei salari, aumenta la richiesta di beni e servizi, di conseguenza le banche centrali iniziano ad allentare quelli che sono i sostegni economici. C’è ripresa.
A questo punto con i tassi sono tendenzialmente in rialzo e l’inflazione cambia rotta e inizia a salire.
In questi ultimi anni, con molti paesi a crescita zero, abbiamo vissuto con valori inflazionistici piatti.
Il termine non va considerato soltanto come negativo, perché se il mercato oppure i soggetti economici prevedono un aumento inflazionistico, possono porre i rimedi per contrastarlo.
Nei paesi maggiormente sviluppati è considerato positivo un leggero aumento dell’inflazione annuale, corrisposto ad un adeguamento dei salari.
Abbiamo la conferma di questo cambio di rotta anche guardando l’andamento dei tassi dei mutui per acquistare o ristrutturare casa.
Nonostante si ancora a valori decisamente bassi, iniziano lentamente a risalire rispetto a un paio di mesi fa. Rimaniamo sempre a valori decisamente bassi, considerate che un mutuo a tasso fisso scadenza 30 anni siamo a valori tra 1,30% e l’1,80%.
Quindi la crescita dell’inflazione è generata da un aumento dei prezzi, andamento che solitamente viene misurato su base mensile.
Nell’anno appena trascorso, abbiamo vissuto un periodo a inflazione zero adesso vediamo una crescita nella zona Euro intorno all’1,6% e negli Stati Uniti al 2,6%, per quanto riguarda quest’ultimi è un valore che rientra nella media stabilita dalla Federal Reserve.
Per tenere l’inflazione sotto controllo la tendenza poi è quella di aumentare i tassi d’interesse, cosa che in questo momento è decisamente poco probabile per non rischiare di frenare la ripresa economica.
Però il valore dell’inflazione va sempre tenuto sotto controllo, in una fase come questa di bassi tassi d’interesse. E’ chiaro che il valore va confrontato con i valori a zero dello scorso anno.
In questa fase l’aumento dell’inflazione, oltre alla ripresa delle economie, come abbiamo detto, dipende anche dall’aumento del prezzo delle materie prime. In primis il petrolio.
Quindi aumentando i costi di produzione, con l’aumento del prezzo delle materie prime, le aziende devono aumentare i prezzi dei prodotti che fanno crescere i dati dell’inflazione.
Potremmo essere di fronte al ciclo economico che prevede il rialzo dell’inflazione e se sia positivo, come abbiamo spiegato all’inizio dell’episodio, deve coincidere con un aumento dei salari in modo che non si perda il proprio potere d’acquisto.
Se ci saranno delle variazioni o cambiamenti di rotta a breve, torneremo su questo argomento.
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André Kostolany