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Gli approcci agli investimenti: gli stili top-down e bottom-up

Per quello che concerne mondo degli investimenti, ogni persona che vuole entrare in questo mondo deve creare e seguire una propria tattica. Due delle strategie di gestione nella selezione delle azioni e nella costruzione del portafoglio sono: l’approccio top-down e quello bottom-up.

Entrambi questi metodi hanno i loro punti di forza e debolezza e la scelta tra i due può dipendere dalle preferenze, dalle condizioni di mercato e dagli obiettivi di investimento. In questa puntata esploreremo le caratteristiche di ciascun approccio e le loro differenze.

Partendo dal primo approccio, lo stile top-down parte da un’analisi macroeconomica delle condizioni economiche globali, considerando fattori come il PIL, i tassi di interesse, l’inflazione e le politiche monetarie delle principali banche centrali.

Basandosi su questa analisi, si identificano i settori che potrebbero trarre vantaggio dalle condizioni economiche previste e solo dopo aver selezionato i settori considerati promettenti, gli investitori top-down esaminano le singole aziende all’interno di questi settori. Valutano i fondamentali delle aziende, ma solo come ultimo passo nel processo decisionale.

Questo metodo, come suggerisce il nome, comporta una visione d’insieme dell’economia mondiale, delle tendenze economiche, delle politiche governative, delle condizioni di mercato e di altri fattori macroeconomici.

Gli investitori top-down si concentrano inizialmente sui grandi temi e sui trend globali che possono influenzare i mercati finanziari.

Questo sistema consente un’ampia prospettiva dell’economia e dei mercati globali, può aiutare a evitare settori o mercati che stanno affrontando difficoltà e permette di allocare il capitale nei settori con le migliori prospettive di crescita.

Allo stesso tempo, sono presenti anche degli svantaggi. Per prima cosa, stiamo parlando di un metodo complesso che richiede una comprensione approfondita delle dinamiche macroeconomiche, queste decisioni potrebbero richiedere tempo per avere effetto sui singoli settori e aziende e una previsione errata può compromettere l’intera strategia dei propri investimenti.

Quindi si tratta di una tattica che può essere redditizia, ma sconsigliata ancora più del solito se non si ha una conoscenza approfondita dell’ambito.

L’altro metodo d’investimento invece, l’approccio bottom-up, si concentra sull’analisi dettagliata delle singole aziende, indipendentemente dalle condizioni o dai settori. Chi adotta questa strategia ritiene che le aziende ben gestite possano prosperare anche in condizioni economiche difficili e che il loro valore emerga dalle sue caratteristiche intrinseche.

Anche in questo caso, il metodo inizia con un’analisi approfondita, in questo caso delle singole aziende, valutando i loro bilanci, i rendiconti finanziari, i flussi di cassa, la gestione, i vantaggi competitivi e altre metriche per valutare la loro redditività, liquidità e solvibilità.

Successivamente vengono considerate anche le prospettive future delle aziende, inclusi i piani di espansione, l’innovazione e la capacità di adattarsi ai cambiamenti del mercato. Questo comporta un’analisi dei loro prodotti o servizi, del mercato di riferimento e della concorrenza.

Basandosi su questi ragionamenti dettagliati delle aziende, gli investitori bottom-up selezionano quelle che ritengono essere sottovalutate dal mercato e con potenziale di crescita a lungo termine.

Questo approccio consente una comprensione approfondita delle singole aziende e delle loro capacità, può identificare opportunità di investimento anche in settori o mercati generalmente considerati deboli ed è meno dipendente dai cicli economici, in quanto le aziende ben gestite possono prosperare indipendentemente dalle condizioni circostanti.

Allo stesso tempo, trascurare i fattori macroeconomici è un rischio, in quanto possono comunque avere effetti sulle aziende selezionate. Inoltre, un’analisi dettagliata di queste ultime può essere dispendiosa in termini di tempo e risorse.

Sia l’approccio top-down che quello bottom-up hanno i loro meriti e possono essere efficaci se applicati correttamente. Quindi uno dei due è migliore nel 100% dei casi? In realtà no.

Gli investitori top-down beneficiano di una visione macroeconomica globale che può guidare la selezione dei settori, mentre gli investitori bottom-up si concentrano sulle fondamenta delle singole aziende per identificare opportunità di crescita.

Spesso una combinazione dei due approcci può offrire un equilibrio ottimale, consentendo agli investitori di beneficiare di una visione macroeconomica solida pur mantenendo un’attenzione dettagliata sulle specifiche aziendali.

La chiave per capire la strada da intraprendere passa attraverso il comprendere le proprie necessità, capacità e obiettivi di investimento per scegliere la strategia più adatta che permetta di raggiungere quanto sperato.

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Seth Klarman

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