Ci stiamo avvicinando a dicembre e saranno trascorsi due anni dai primi casi, in Cina, della scoperta del Covid-19. Da lì è iniziata la pandemia.
Ma come si sono comportati i mercati e i vari asset in questi due anni, considerando anche il forte calo tra marzo e aprile del 2020?
Analizziamo i principali mercati:
Dow Jones +24,9%
Nasdaq +79,7%
Dax 30 +15,191%
FTSE Mib +17,61%
FTSE 100 +0,25%
SMI +25,27%
Nikkei 225 +16,50%
Shangai +28,87%
Hang Seng -7,8%
Kospi +33,55%
Adesso analizziamo le migliori performance dei mercati in questo 2021:
S&P MERVAL – Argentina +85,38%
RTX EUR – Russia +40,64%
ATX – Austria +39,58%
AEX – Olanda +31,33%
OMX Copenhagen – Danimarca +29,48%
Nifty 50 – India +29,47%
CAC 40 – Parigi +27,74%
OBX – Norvegia +27,26%
Nasdaq 100 – Stati Uniti +25,69%
S&P/TSX Composite – Canada +24,87%
Dow Jones Islamic – Kuwait +24,52%
FTSE MIB – Italia +24,25%
Nasdaq Composite – Stati Uniti +23,07%
BEL 20 – Belgio +19,60%
WIG20 – Polonia +18,86%
Dow Jones Industrial – Stati Uniti +17,95%
DAX – Germania +17,31%
PSI 20 – Portogallo +17,26%
SMI – Svizzera +16,93%
ISEQ 20 – Irlanda +15,07%
FTSE 100 – Gran Bretagna +14,02%
IBEX – Spagna +12,47%
ASX – Australia +11,85%
Nikkei 225 – Giappone +7,89%
KOSPI Composite – Corea del Sud +3,32%
Shanghai Stock Exchange Composite Index – Cina +1,90%
Hang Seng – Hong Kong -6,99%
Dow Jones Islamic – Turchia -13,07%
Per quanto riguarda le materie prime in questo 2021:
Oro -1,71%
Argento -4,17%
Natural Gas +227,16%
WTI +70,35%
Avena +133,20%
Caffè +64,21%
Cotone +56,60%
Zucchero +39,64%
Soia +12,08%
Cacao -1,32%
Arriviamo alle valute, cosa ha fatto l’Euro rispetto alle principali:
EUR/JPY +3.33%
EUR/AUD -1.51%
EUR/CHF -2.56%
EUR/NZD -4.31%
EUR/GBP -4.53%
EUR/USD -6.31%
EUR/CAD -7.64%
Il rendimento dei titoli di stato, a 10 anni, dei principali paesi:
Finlandia -0,01%
Danimarca +0,03%
Belgio +0,04%
Francia +0,04%
Irlanda +0,06%
Svizzera -0,11%
Olanda -0,12%
Austria -0,20%
Germania -0,30%
Svezia +0,32%
Portogallo +0,34%
Spagna +0,40%
Gran Bretagna +0,91%
Italia +0,94%
Stati Uniti +1,37%
Dati al 12 novembre 2021.
Adesso mettiamo a confronto questi dati con la liquidità sul conto corrente, che come sappiamo ha rendimento “zero” e subisce la svalutazione dell’inflazione.
Ipotizziamo un capitale di € 1.000, da novembre 2019 a settembre 2021 con il calcolo della devalutazione o svalutazione secondo gli indici Istat FOI (Indice nazionale dei prezzi al consumo per le famiglie di operai e impiegati) avremmo avuto una svalutazione del -2,10%.
Quindi analizzando nel complesso l’andamento dei vari asset nonostante, come detto, il crollo di marzo e aprile 2020 e l’andamento dei tassi d’interesse, siamo sicuri che convenga mantenere i soldi fermi sul conto corrente e non investirli?
Ricordiamocelo sempre, l’inflazione deprezza piano piano i nostri soldi lasciandoli fermi.
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Il fatto che un metodo sia imperfetto non significa che non ci si dovrebbe investire perché le altre personale non credono in esso.
George Soros