Cerca
Close this search box.

Credit Crunch: quando il credito cala e le sue conseguenze

Questa settimana torniamo a parlare di termini finanziari utilizzati tutt’oggi. Questa volta, nello specifico, il cosiddetto “credit crunch”, o stretta creditizia.

Si tratta di una situazione di mercato in cui il prestito di denaro diventa difficilmente accessibile per consumatori e imprese, a causa della riduzione dell’offerta di credito da parte delle banche e delle istituzioni finanziarie.

Casi in cui il credito o i prestiti a disposizione si riducono drasticamente oppure i requisiti per ottenerli diventano molto più severi.

In termini lievemente più tecnici, si parla di ciò quando le banche aumentano sostanzialmente i requisiti di capitale proprio e i criteri di concessione dei prestiti, rendendo lo stesso processo di prestito più selettivo e costoso.

Il termine è entrato nel gergo soprattutto con la crisi mondiale del 2008 scaturita dalla bolla immobiliare americana, evidenziando come una stretta creditizia possa avere profonde ripercussioni sull’economia globale.

Questo fenomeno può essere innescato da diverse cause, tra cui una crisi economica come quella del 2008 appena menzionata, cambiamenti nella regolamentazione finanziaria o la percezione di un aumento del rischio di credito.

Il risultato è una netta diminuzione della disponibilità di credito per le imprese e i consumatori, che a sua volta può rallentare la crescita economica e aumentare il rischio di recessione della comunità.

Le conseguenze di questo evento sono dannose per l’economia in generale e per tutti i soggetti che potrebbero voler usufruire di credito, che siano imprese o privati.

Le prime, in particolare quelle piccole e medie che ne dipendono fortemente per finanziarsi, possono trovarsi in difficoltà a ottenere finanziamenti. Ciò può portare a una riduzione dei loro investimenti, tagli ai posti di lavoro e, in casi estremi, a fallimenti.

Mentre per quanto riguarda i consumatori privati, l’accesso più difficile ai prestiti significa minori possibilità di acquistare o investire in beni durevoli come immobili e automobili, con un conseguente impatto negativo sul consumo e sulla domanda aggregata dei beni.

Oltre a rallentare la crescita economica, un credit crunch può anche aggravare le condizioni di recessione di uno Stato o di una zona, creando un circolo vizioso in cui la riduzione della spesa delle imprese e dei consumatori porta a minori entrate per le aziende, che a loro volta riducono ulteriormente gli investimenti e l’occupazione.

Questo scenario può portare a una spirale difficile da arrestare senza che ci siano interventi significativi da parte delle autorità monetarie e di regolamentazione che possano gestire una stretta di dimensioni importanti.

Ciò richiede un’azione coordinata tra politiche monetarie, finanziarie e fiscali. Le banche centrali possono adottare misure per ridurre i tassi d’interesse e fornire liquidità al sistema bancario, mentre i governi possono implementare programmi di stimolo fiscale per sostenere la domanda aggregata e facilitare l’accesso al credito per imprese e consumatori. Oltre alla necessità, in alcuni casi, di riforme regolamentari per indirizzare le cause strutturali alla base della crisi del credito e prevenire future occorrenze.

Se guardiamo allo scenario odierno, già lo scorso dicembre la Banca d’Italia aveva dichiarato un generale calo del credito e un aumento della severità per quanto riguarda i requisiti richiesti da parte degli istituti finanziari. Riducendo la quantità di prestiti forniti alle imprese e ai privati, con questi ultimi che stanno vedendo soprattutto un calo dei mutui per immobili concessi.

In tutti questi casi, sempre secondo queste dichiarazioni, le richieste e i requisiti per ottenere quanto desiderato in termini di credito stanno diventando sempre più severi. Causando una potenziale paralisi all’interno del mercato immobiliare italiano e per le piccole e medie imprese che potrebbero fare da locomotiva per lo stivale.

Il credit crunch rappresenta una sfida significativa per l’economia globale, con il potenziale di innescare o aggravare le recessioni economiche. La comprensione delle sue dinamiche e delle sue cause è fondamentale per sviluppare strategie efficaci per mitigarne gli effetti e sostenere la ripresa economica.

La storia ci insegna che una risposta tempestiva e ben coordinata può fare la differenza nel limitare il suo impatto sull’economia reale.

Ciò è possibile monitorando attentamente il sistema finanziario per identificare i rischi emergenti e intervenire tempestivamente, attuando una regolamentazione prudenziale in maniera da assicurarsi che le banche siano adeguatamente capitalizzate e abbiano liquidità, promuovendo la stabilità finanziaria e ridurre le vulnerabilità del sistema.

In una frase: seguire la strategia del “prevenire è meglio che curare”, pensando a lungo termine e non cercare di reagire a danno già avvenuto, piuttosto tenere in considerazione qualunque scenario sospetto che possa portare a un eccessivo calo del credito.

 

Per chi vuole acquistare i libri, il cui ricavato viene totalmente devoluto in beneficenza:
https://www.amazon.it/kindle-dbs/entity/author/B08FF1ZFV9

Adesso puoi anche dialogare con il mio “Gemello Digitale“, per chiedere le informazioni che ti servono in materia di educazione finanziaria. Clicca sul seguente link: Digital Twin

Quando le cose cambiano, io cambio idea.
John Maynard Keynes

Altri approfondimenti