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Brexit, in cosa consiste e le eventuali conseguenze

Il 23 Giugno 2016 si è svolto il referendum che ha sancito l’uscita della Gran Bretagna dall’Unione Europea.
Il 51,9% dei votanti è  stato favorevole all’uscita, buona parte di loro abitanti delle zone rurali e non giovanissimi.
Dopo il referendum ci furono le dimissioni del premier Cameron, favorevole alla Brexit e successivamente contro questa decisione a tal punto di provare a convincere il popolo a fare un altro referendum per rimanere. Questo ha lasciato molta incertezza sul risultato del voto, forse sottolineando sin troppo la leggerezza con la quale sia stato fatto.
L’uscita è prevista per il 31 ottobre 2019, indipendentemente da accordi o meno, come aveva dichiarato il premier Johnson. Seguendo il processo di un’uscita ordinata, per evitare conseguenze imprevedibili.
Proprio ieri, 19 Ottobre, il Parlamento britannico ha chiesto una proroga al 31 gennaio 2020 ed è stata spedita una lettera all’UE, non firmata dal premier Johnson.
Questa istanza non avrà una risposta prima del 28 ottobre, dall’altra parte il premier britannico si presenterà nuovamente in aula per cercare di ottenere il via libero definitivo che confermerebbe l’uscita del Regno Unito dall’Unione Europea a fine mese.

Nei prossimi giorni avremo un’idea più chiara di questi ulteriori sviluppi.

Facciamo adesso un po’ di analisi di quelle che potrebbero essere le conseguenze di quest’uscita.

Alla Gran Bretagna, il far parte dell’UE, ha permesso di non rimanere da sola soprattutto per quanto riguarda i temi economici e geopolitici.

Uno studio dell’università belga di Leuven, da parte della facoltà di economia, ha redatto le seguenti conseguenze:

  • Una Hard Brexit, comporterebbe per il Regno Unito una perdita del 4,4% del Pil e 525 mila posti di lavoro, mentre per l’Unione Europea una perdita dell’1,54% del Pil e 1.200.000 posti (139.000 in Italia).
  • Una Brexit consensuale, una perdita per il Regno Unito dell’1,2% del Pil e 140mila posti di lavoro, per l’Unione Europea lo 0,38% del Pil e 280 mila posti di lavoro.

Per quanto riguarda l’Italia uno studio di S&P, elaborando un indice di vulnerabilità, ha inserito al 19mo posto si 20 il nostro paese come tra i meno influenzati.

Le uniche certezze sono quelle del ripristino dei dazi e della maggiore complessità del commercio di merci con la Gran Bretagna, soprattutto nel caso di una Hard Brexit, perché andrebbero a sparire tutte le agevolazioni e accordi commerciali non facendo più parte dell’UE.
Accordi commerciali che andrebbero nuovamente stabiliti, uno su tutti quello relativo ai medicinali e il relativo approvvigionamento.
L’incertezza per i “comunitari” che vivono e lavorano in Gran Bretagna, diventando “extra-comunitari” e viceversa, cambiando le regole della permanenza, del transito e del lavoro.
Non sono comunque a rischio di espulsione persone attualmente comunitarie che vivono in Inghilterra.

Dati che comunque vanno presi con la giusta cautela, essendo molto difficile e complesso fare delle previsioni corrette.

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Il buonsenso in finanza consiste nel sapere che certi uomini promettono di fare certe cose e poi non le fanno.
Edgar Watson Howe

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