Quest’anno continua ad essere decisamente impegnativo per i mercati finanziari e per l’andamento dei vari asset.
L’inflazione continua a galoppare e per combatterla le varie banche centrali stanno adottando la strategia del rialzo dei tassi d’interesse.
Come abbiamo già analizzato nell’episodio dedicato all’inflazione, un aumento di quest’ultima in condizioni di crescita economica e salariale è positivo.
Ma in questo momento siamo in questa situazione?
Purtroppo no.
La pandemia prima e il conflitto in Ucraina adesso, stanno avendo un impatto molto forte sulla crescita dei prezzi delle materie prime e questo genera inflazione.
La crescita che ci si aspettava in questo 2022, è stata quasi completamente annullata dai problemi inerenti al conflitto, la crescita dei prezzi e i problemi di approvvigionamento in Cina che è nuovamente in lockdown.
Quindi l’aumento dei tassi è negativo per le famiglie che devono finanziarsi a tassi più alti, per esempio per accendere ai prestiti e lo stesso discorso vale per le aziende che spendono più soldi in interessi per finanziarsi.
Per le aziende è ancora più marcato il problema a causa dell’aumento del prezzo dell’energia per produrre e l’approvvigionamento di materiale.
In questo momento i tassi aumentano, ma non c’è crescita economica. Specialmente in Europa e in Italia.
Per quanto riguarda i mercati finanziari, il prezzo delle obbligazioni scende perché i tassi aumentano, le azioni scendono perché c’è un impatto sulla crescita economica, salgono le materie prime.
L’aumento dei tassi ha un impatto sulle nuove emissioni dei titoli di Stato, se uno Stato spende più in interessi aumenta il debito pubblico.
Quindi, se vogliamo, un circolo vizioso.
Scendono le obbligazioni a tasso fisso, scendono i titoli azionari soprattutto dei titoli così detti growth, in crescita. Meno penalizzati quelli value, cioè con business consolidati.
La domanda sorge di per sé spontanea: Cosa dobbiamo fare?
Prima di tutto non farsi prendere dal panico e da quello che ho chiamato “l’effetto telegiornale”. Cioè l’enfatizzazione della notizia negativa per fare scalpore.
Ricordiamoci che quando sentiamo la famosa frase “bruciati miliardi di ….”, nelle giornate di forti cali dei mercati azionari, fino a quando non vendiamo non consolidiamo nessuna perdita e non perdiamo effettivamente parte dei nostri risparmi.
Li perdiamo se vendiamo, perché come spesso accade rientriamo sui mercati quando questi sono nuovamente ripartiti e hanno già recuperato parte del terreno perduto.
Ho sentito spesso dire, per quanto riguarda il mercato immobiliare: adesso non è il momento di vendere aspetto che il mercato rialzi nuovamente.
Perché questo non vale, per alcuni, per i nostri risparmi?
Nell’ultimo decennio molti immobili si sono svalutati e non torneranno più a valori di qualche tempo fa.
Dobbiamo analizzare il nostro portafoglio per capire se ci sono degli aggiustamenti da fare, ma non dobbiamo uscire dal mercato.
Prendiamo questo momento come se fosse una fase per analizzare i nostri bisogni, le nostre priorità e casomai pianificare quello che riguarda il nostro futuro.
Come una forma di previdenza complementare, un piano di accantonamento per gli studi dei nostri figli o nipoti, le coperture assicurative per noi stessi, per la nostra famiglia e per i nostri beni oppure nell’analisi del nostro portafoglio cambiare l’orizzonte di tempo.
Nessuno in questo momento si nasconde, siamo in una fase difficile e complicata.
Ci vorrà del tempo, ma anche questa passerà.
Con la volatilità dobbiamo conviverci e abituarci, ma sempre senza prendere decisioni di pancia.
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Elon Musk