È una mattina di agosto, di quelle in cui l’aria ha ancora il profumo fresco della notte e il mare sembra un’enorme lastra di vetro azzurro. Le onde, piccole e lente, lambiscono la riva con un ritmo che invita alla calma. Sulla spiaggia, i primi ombrelloni si aprono come fiori colorati al sole, e il vociare delle famiglie si mescola al richiamo dei gabbiani.
Sotto un ombrellone a righe blu, Marco sorseggia un caffè freddo. Tiene lo sguardo fisso sull’orizzonte, come se laggiù ci fosse una risposta che ancora non conosce. È in ferie da due settimane e, per la prima volta da mesi, la sua casella email è vuota. Nessuna riunione urgente, nessuna scadenza da inseguire. Solo il rumore delle onde.
Accanto a lui, Giulia — amica di vecchia data e compagna di tante estati — si spalma con calma la crema solare. Poi lo osserva e sorride:
— «Finalmente sembri rilassato.»
— «Eh… in realtà sto pensando.»
— «Pensando? Ma non eravamo d’accordo che in ferie non si pensa al lavoro?»
Marco ride, ma c’è una nota seria nella sua voce quando risponde:
— «Sai, ogni volta che mi fermo un attimo a respirare, mi rendo conto che la mia vita corre. E non so se sto correndo nella direzione giusta.»
Il mare, davanti a loro, diventa improvvisamente una metafora silenziosa: le onde che arrivano e si ritirano, come le opportunità che vanno e vengono. Alcune le prendi al volo, altre le lasci scivolare via.
Le ferie, pensa Marco, sono un momento perfetto per fermarsi. Non solo per prendere il sole o leggere un libro, ma per fare un bilancio di sé, per guardare la propria rotta e capire se serve correggerla.
Giulia, con la naturalezza di chi non ha paura di condividere un pezzo della propria vita, racconta come durante la pandemia abbia iniziato a mettere da parte una piccola somma ogni mese, «perché non si sa mai». All’inizio le sembrava quasi ridicolo: 50 euro qui, 100 lì… una goccia nel mare. Ma dopo due anni, guardando il saldo del suo conto risparmio, si è resa conto che quel “non si sa mai” le aveva regalato sicurezza e tranquillità.
— «È come costruire un castello di sabbia», dice, indicando un gruppo di bambini poco più avanti, chini con secchiello e paletta. «Un granello alla volta sembra non serva a nulla. Ma dopo un po’, ti accorgi che hai creato qualcosa di solido.»
Marco annuisce. Gli viene in mente quanti colleghi si lamentano di non avere mai soldi da parte e poi, senza accorgersene, spendono cifre considerevoli in cene fuori, abbonamenti che non usano, acquisti impulsivi. È il paradosso delle piccole spese: non sembrano pesare, ma sommate diventano una montagna.
Il sole si alza alto nel cielo, e il profumo di crema solare si mescola alla salsedine. Marco si ritrova a pensare a suo zio, un uomo che non definiresti ricco, ma che sembrava sempre sereno. Ogni estate lo portava in barca a pescare. Non c’era lusso, ma c’era una leggerezza che Marco oggi apprezza più di allora.
Ricorda ancora quel giorno in cui gli chiese:
— «Zio, qual è il tuo segreto?»
E lo zio, guardando il mare, gli rispose:
— «Il segreto è che non ho mai vissuto al di sopra delle mie possibilità. Ho sempre speso meno di quanto guadagnavo, anche quando era poco. E ogni estate, qui al mare, mi chiedevo: cosa voglio tra un anno? Tra cinque? Tra dieci? E regolavo le mie scelte di conseguenza.»
All’epoca, quella frase gli era sembrata quasi banale. Oggi, invece, la riconosce come un principio d’oro dell’educazione finanziaria: non serve essere un genio degli investimenti per vivere bene. Servono disciplina, consapevolezza e la capacità di guardare lontano.
La conversazione con Giulia si fa più concreta. Tra una risata e un tuffo in mare, cominciano a elencare piccole regole:
- Non partire con piani irrealistici. Meglio passi piccoli ma costanti, come aggiungere un granello di sabbia ogni giorno.
- Usare le ferie come occasione per fare un “bilancio sereno” di entrate, spese e obiettivi.
- Considerare l’educazione finanziaria non come un dovere scolastico, ma come un alleato silenzioso per vivere più tranquilli.
Giulia sorride:
— «Il mare ti insegna la pazienza.»
— «E che le onde torneranno sempre. Se ti prepari, non ti spaventano.»
Il pomeriggio scorre lento. Propongono un gioco: elencare “piccole abitudini” che, senza stravolgere la vita, potrebbero migliorarla. Tra queste portarsi il pranzo in ufficio due volte a settimana, monitorare le spese con un’app, eliminare gli abbonamenti che non si usano, rivedere le assicurazioni una volta l’anno.
Quando il sole comincia a calare, la spiaggia si svuota. Marco si sdraia sul lettino, chiude gli occhi e ascolta il ritmo costante delle onde. Pensa che forse l’educazione finanziaria non sia altro che questo: mettere da parte energia, tempo e risorse per affrontare la prossima «marea» senza paura.
Decide che al rientro non farà rivoluzioni, ma seguirà tre regole semplici:
- Spendere meno di quanto guadagna.
- Mantenere sempre un piccolo fondo di emergenza.
- Dedicare ogni estate una giornata alle “riflessioni sotto l’ombrellone” per capire se la rotta è quella giusta.
La vacanza non è finita, ma qualcosa dentro di lui sì: l’illusione che «tanto poi si vedrà». Ora sa che il futuro non si improvvisa: si costruisce, un passo alla volta.
Il sole scivola verso l’orizzonte e colora il cielo di rosa e arancio. Marco osserva il tramonto e sorride. Forse, tra un bagno e una granita, ha trovato il modo migliore per prendersi cura di sé… e del suo domani.
È questo lo spirito di questo progetto: rendere la finanza un compagno di viaggio, non un ostacolo, e imparare a prendersi cura del proprio futuro un passo alla volta.
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Il prezzo del petrolio in Borsa è il risultato del software che c’è dietro, altrimenti non varrebbe niente.
Piero Angela