L’impennata dell’inflazione negli Stati Uniti e in Europa, ha accelerato l’inversione di tendenza in materia di tassi d’interesse da parte delle Banche Centrali.
Questo ultimo mese, con i rialzi inflazionistici a livello mondiale, ha portato le banche centrali a iniziare una politica restrittiva rispetto alle forme espansive viste in questi ultimi anni.
Perché questo e perché il cambio in così poco tempo?
L’inflazione sta crescendo a ritmi molto veloci causa l’aumento del prezzo delle materie prime, anche se è considerato un aumento che si regolarizzerà nel corso dei prossimi mesi.
Salgono i prezzi dei prodotti, dei beni e dei servizi di prima necessità e di conseguenza il potere d’acquisto delle famiglie diminuisce, oltre a incidere anche sulla componente dei risparmi.
Se devo spendere di più per vivere e il mio reddito è rimasto uguale, oppure è diminuito, sono costretto ad attingere alle mie risorse finanziarie.
Di conseguenza spendo meno per altri beni e questo si ripercuote nella crescita economica, in poche parole un gatto che si morde la coda.
In economie fortemente colpite dalla pandemia, il rialzo dei tassi viene visto come benzina sul fuoco.
La FED ha già annunciato che effettuerà una serie di rialzi, dovrebbero essere quattro, nel corso del 2022.
La BCE, che sembrava posticipare i rialzi al 2023, nella riunione tenutasi la scorsa settimana ha comunicato che c’è una concreta possibilità che il rialzo dei tassi inizi già nel 2022.
Bank of England, la scorsa settimana, ha effettuato il primo di 0,25%.
Per quanto riguarda Bank of Japan nessuna mossa prevista considerando che il paese del Sol Levante ha ancora un’inflazione abbastanza ferma, mentre nella situazione opposta la Cina.
Nella Repubblica Popolare calo dell’inflazione e della crescita economica, per questo motivo per il secondo mese consecutivo c’è stata una riduzione dei tassi d’interesse da parte della Banca centrale.
Torniamo alla situazione che ci riguarda direttamente, in Europa l’inflazione ha raggiunto un valore superiore al 5%.
Come detto, è bastata la comunicazione da parte della BCE di un intervento in anticipo rispetto a quanto preventivato e i tassi sono già cresciuti.
Quali sono gli impatti?
- Aumento dei tassi per finanziarsi, sia che si parli di aziende o di privati cittadini. Impattando sulle condizioni riguardanti i nuovi mutui e i nuovi prestiti. Questo spinge le persone a esporsi in misura minore sulle operazioni di finanziamento;
- Il prezzo delle obbligazioni a tasso fisso, i nostri BTP, subisce ripercussioni. Quando i tassi salgono il prezzo scende e viceversa;
- Anche il mercato azionario non simpatizza per il rialzo dei tassi d’interesse, basti vedere l’andamento dei mercati nello scorso mese di gennaio.
Quando è positivo un rialzo dei tassi?
Nei momenti di crescita economica e di moderato rialzo dell’inflazione. Aumentano i tassi, ma aumentano anche i redditi e di conseguenza il potere d’acquisto rimane inalterato.
Purtroppo non siamo in questa situazione.
Quindi le Banche centrali dovranno porre molta attenzione a come si muoveranno, perché in un momento come questo i rischi di una forte contrazione sono molto elevati e gli impatti negativi sulle economie e sulle tasche delle persone potrebbero essere troppo elevati.
Le prossime settimane e i prossimi mesi, anche in base all’andamento dell’inflazione, saranno importanti per capire quelle che saranno le strategie.
In questo momento prudenza e piedi per terra.
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Siamo nel bel mezzo della Terza guerra mondiale combattuta a colpi di altissima finanza.
Sara Lorenzini