Oggi affrontiamo un argomento estremamente attuale: i dazi commerciali introdotti dall’amministrazione Trump, entrati in vigore dal 1° agosto, analizzando l’impatto diretto e indiretto sulle economie europee, con particolare attenzione all’Italia.
Parleremo in modo chiaro e preciso del nostro export verso gli Stati Uniti, degli effetti di questi nuovi dazi sulle imprese europee e italiane e delle possibili ripercussioni sul PIL. Faremo inoltre un passo indietro per capire come, dall’inizio della guerra in Ucraina, l’Unione Europea abbia dovuto affrontare sfide enormi legate all’incremento dei prezzi delle materie prime, con conseguenze dirette sulla vita delle famiglie.
La situazione attuale: il ritorno dei dazi USA
L’amministrazione Trump, dopo la rielezione, ha deciso di reintrodurre una serie di dazi sulle importazioni provenienti dai Paesi dell’Unione Europea e non solo. Questi dazi colpiscono in particolare prodotti simbolo del Made in Europe, come:
- prodotti agroalimentari (vino, formaggi, olio)
- moda e tessile
- automotive
- acciaio e alluminio
I dazi, fissati al 15%, rappresentano una percentuale estremamente rilevante che rischia di compromettere la competitività dei nostri prodotti oltreoceano.
Export italiano negli USA: dati e valori attuali
Per comprendere il peso reale di queste misure, è necessario analizzare i dati economici relativi agli scambi commerciali tra Italia e Stati Uniti.
Secondo recenti dati ISTAT riferiti al 2024:
- L’export italiano totale verso gli Stati Uniti ha raggiunto i 61 miliardi di euro.
- Gli USA rappresentano il terzo mercato di sbocco per i nostri prodotti, dopo Germania e Francia, e il primo al di fuori dei confini europei.
Principali settori di esportazione italiani verso gli USA:
Settore | Valore Export 2024 (€) | Quota sul totale export italiano verso USA (%) |
Macchinari e apparecchi | 14,2 miliardi | 23,3% |
Moda e tessile | 9,7 miliardi | 15,9% |
Agroalimentare | 6,8 miliardi | 11,1% |
Mezzi di trasporto | 6,2 miliardi | 10,2% |
Prodotti farmaceutici | 4,8 miliardi | 7,9% |
Altri beni manifatturieri | 19,3 miliardi | 31,6% |
La prospettiva europea: impatto generale e confronto export UE-USA
Dopo aver esaminato la situazione italiana, allarghiamo ora lo sguardo all’intera Unione Europea. Questi dazi non penalizzano solo l’Italia, ma colpiscono duramente anche altri Paesi europei che esportano in modo consistente verso gli Stati Uniti.
Valore dell’export verso gli USA dei principali Paesi UE (2024)
Paese UE | Valore export (€) |
Germania | 146 miliardi |
Italia | 61 miliardi |
Irlanda | 57 miliardi |
Francia | 56 miliardi |
Paesi Bassi | 34 miliardi |
Belgio | 28 miliardi |
Spagna | 22 miliardi |
Svezia | 18 miliardi |
I maggiori effetti si faranno sentire sulle economie a forte vocazione industriale come Germania e Italia, ma anche su settori specifici come l’agroalimentare francese e spagnolo.
L’introduzione dei dazi al 15% comporterà conseguenze sia dirette che indirette:
- Impatto diretto sulle imprese italiane ed europee
- Aumento dei costi: i prodotti europei diverranno meno competitivi negli Stati Uniti, costringendo molte aziende a ridurre i margini o ad aumentare i prezzi.
- Riduzione dell’export: alcuni prodotti rischiano di diventare non competitivi, provocando una possibile contrazione della produzione industriale.
- Effetto indiretto sul PIL
Secondo analisi congiunte di OCSE e Banca d’Italia:
- Il PIL italiano potrebbe registrare un calo compreso tra lo 0,3% e lo 0,5% nei prossimi 12 mesi.
- Il PIL dell’Unione Europea potrebbe contrarsi mediamente dello 0,2% annuo.
Collegamento con la situazione post-Ucraina: quanto ha già ceduto l’Europa?
L’introduzione dei dazi si inserisce in un contesto economico già fragile. Dallo scoppio della guerra in Ucraina, l’Unione Europea ha dovuto fronteggiare:
- Un rincaro medio del 45% delle materie prime energetiche, in particolare gas e petrolio.
- Incrementi nei costi agricoli, con rincari nei fertilizzanti superiori al 40%.
Tutto ciò ha contribuito a un’inflazione strutturale, con:
- livelli costantemente superiori al 5% negli ultimi tre anni;
- un incremento della spesa media familiare per beni di prima necessità oltre il 15%.
I dazi USA aggiungono ulteriore pressione sul quadro macroeconomico europeo, rischiando di prolungare l’inflazione e rallentare ulteriormente la ripresa.
Si tratta di un ulteriore ostacolo sulla via della ripresa per l’economia europea. È fondamentale riflettere su quanto le politiche commerciali internazionali possano influenzare direttamente la vita quotidiana delle famiglie italiane ed europee, incidendo su occupazione, prezzi e potere d’acquisto.
Dobbiamo chiederci se l’Europa, dopo tre anni complessi di rincari energetici e inflazione elevata, sia davvero pronta ad affrontare anche questa sfida.
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Quando qualcuno parla di dazi può sembrare un atto patriottico, per proteggere i prodotti e i posti di lavoro americani, e a volte funziona. Ma solo per poco. Ciò che accade alla fine è che le industrie nazionali smettono di competere e smettono di innovare nella loro gestione e nella loro tecnologia, che sono invece essenziali per avere successo nei mercati globali.
Ronald Reagan